La linea del fronte di Kyiv non sta per collassare. L’analisi di Kofman

La guerra si stabilizza. Nonostante la pressione di Mosca, Kyiv si riorganizza e rafforza le difese. Droni, nuove nomine e addestramento cambiano lo scenario

Michael Kofman, ricercatore del Carnegie Endowment con una particolare competenza sulla Difesa e sugli eserciti dell’Ucraina e della Russia, ha pubblicato un lungo e preciso thread su X, dopo essere stato in Ucraina di recente, e facendo un paragone con la sua ultima visita nell’autunno del 2024. Scrive che il momentum russo è rallentato in modo significativo durante l’inverno, per tre ragioni: l’esaurimento dei materiali, l’adattamento ucraino alle tattiche di avanzamento russe, le condizioni meteorologiche. Ora che inizia la primavera, le forze russe sembrano raggrupparsi per nuove offensive, ma nel frattempo le Forze ucraine hanno imparato a compensare la mancanza di uomini al fronte e la continua incertezza su forniture e intelligence a causa del disimpegno americano. Kofman spiega che l’esercito ucraino è riuscito a creare una specie di zona cuscinetto con i russi, che arriva fino a 30 chilometri nei punti migliori e che consente l’utilizzo di un numero inferiore di forze per tenere il fronte: le unità russe spesso non raggiungono le posizioni difensive e gran parte dell’equipaggiamento viene perso negli assalti.

L’Ucraina ha allargato significativamente le unità di droni investendo nella produzione interna. In questo momento, dice, le formazioni di droni sono il principale fattore stabilizzante lungo il fronte: sono responsabili di circa il 60 per cento delle perdite quotidiane di Mosca e sono fondamentali per fermare gli attacchi russi. Kyiv ha inoltre “ricevuto notevoli quantità di munizioni e attrezzature durante l’inverno, e ha aumentato la propria produzione di droni”, spiega il ricercatore. Anche le recenti nomine, in particolare quella del generale Drapatyi, hanno avuto un effetto positivo sul morale dei soldati. C’è poi la riforma dell’addestramento, che è “finalmente in fase di attuazione” e lascia intravedere prospettive di cambiamento.



Il problema principale dell’Ucraina resta però la mobilitazione, spiega Kofman, ancora insufficiente, con i disertori che continuano ad indebolire l’esercito. Le Forze russe non hanno avanzato in modo significativo nei pressi di Pokrovsk, Chasiv Yar, Kupyansk: gran parte del progresso russo è stato intorno a Velyka Novosilka, Kurakhove e Kursk. A Kursk le Forze ucraine sono state costrette a ritirarsi dalla maggior parte del territorio occupato, ma i recenti progressi russi stavano avvenendo molto prima della sospensione dell’assistenza degli Stati Uniti. Gli attacchi di Pyongyang hanno messo sotto pressione le linee ucraine, ma il problema principale è stata la logistica, poiché i droni russi hanno interrotto sempre di più le rotte di rifornimento. Eppure, nonostante il ritiro, non c’è stato un accerchiamento di massa a Kursk, dice l’esperto: “L’offensiva non ha portato a un cambiamento nella dinamica della guerra”, poteva andare molto peggio.

L’esercito russo, secondo l’analista, continua a soffrire di bassa qualità delle Forze, ma anche di un’incapacità di superare le difese: la fanteria continua a essere insufficiente per rompere le posizioni di Kyiv. Nel corso del 2023-2024 le tattiche russe hanno portato sì guadagni, ma non progressi significativi, e tutto è stato fatto a costi molto elevati. Anche se è troppo presto per valutare se Kyiv sia sulla buona strada per stabilizzare il fronte, scrive Kofman, la linea del fronte non sta per collassare. La situazione generale da Pokrovsk a Kupyansk è migliorata. L’Ucraina non si trova in una situazione disperata che richiede un cessate il fuoco frettoloso a condizioni sfavorevoli: ha ancora una possibilità di stabilizzare il fronte, considerato che nessun cessate il fuoco è imminente, e che in ogni caso non porterà a una pace duratura.

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