Eddie Howe trionfa in Carabao Cup con il Newcastle, e finalmente promette benissimo. Ma qual è la verità sui nostri tecnici?
Da bravi conservatori e amanti delle conversazioni fini a se stesse, da qualche giorno noi inglesi ci interroghiamo sul dilemma che almeno una volta all’anno ci attanaglia: in Premier League ci sono pochissimi allenatori inglesi perché sono scarsi, o gli allenatori inglesi sono scarsi perché nessuno li fa allenare in Premier League? La domanda è più oziosa di un pic-nic a Ventotene nel primo weekend di primavera, lo so, ma è marzullianamente nata spontanea dopo la vittoria in Carabao Cup del Newcastle di Eddie Howe, primo manager inglese ad alzare un trofeo dal 2008 (una vita fa, Severgnini era baronetto di Sua Maestà da appena sette anni). So bene che la Premier è ormai diventato un campionato globale che si gioca in Inghilterra, e se gli allenatori inglesi non sfondano altrove perché dovrebbero farlo qui da noi? Resta il fatto che Howe, finalmente, promette benissimo. Sperando che a qualcuno non venga la malsana idea di bruciarlo facendogli allenare la Nazionale, of course.
Pinta al cielo per il Newcastle, ma pugni in testa a chi critica il Liverpool, sconfitto dai Magpies pochi giorni dopo essere stato buttato fuori dalla Champions dai mangiarane col velo del Paris Saint-Germain. I Reds stanno dominando il campionato, e non essendo allenati da Thiago Motta lo vinceranno: dare loro dei bolliti perché non poteranno a casa il treble è da stronzi, considerando che questa è la prima stagione dopo il regno di Jürgen Klopp, che tutti consideravano “di passaggio”.
Ho letto da qualche parte, ma ero sbronzo, che l’Uefa starebbe pensando di eliminare la Conference League: se fosse vero bisognerebbe alzare al cielo cento pinte e mandarsi messaggi con l’emoticon dello sgrillettamento per festeggiare. È la coppa più brutta e inutile della storia del calcio, buona solo per generare video divertenti sui social con gli errori degli attaccanti davanti alla porta in improbabili partite giocate in paesi che neppure Putin vorrebbe invadere. Basta con match dilettanteschi giocati per quattro soldi, e già che ci siamo basta con la Nations League, che provoca infortuni nella fase più importante della stagione, e basta con il Mondiale per club. Lo so, non si è ancora giocato, ma a me ha già rotto le palle. Mi è bastato leggere su Tuttosport le parole del dirigente Fifa Romy Gai, “Sarà uno show che unirà il mondo”, per farmi diventare più fan della Terza Guerra mondiale di Calenda. Intanto, una cosa per volta. E speriamo che sia vero che vogliono chiudere la Conference. Se poi non è vero posso sempre dire che questo articolo lo ha scritto l’intelligenza artificiale.