Il deputato eletto in Puglia passa con Tajani. “Provare a costruire un petalo successivo a Fratelli d’Italia a destra è troppo. La Lega avrebbe dovuto seguire un altro percorso”
Addio Salvini. “Uno spostamento così, totalmente a destra, non è mai stato nelle corde nella Lega. Addirittura la Lega nord aveva la pretesa di stare al centro. Un partito nazionale avrebbe dovuto seguire un altro percorso”. Per questo, spiega Davide Bellomo al Foglio, eletto alla Camera nella circoscrizione pugliese, ha deciso di lasciare il Carroccio. Da oggi è entrato nel gruppo parlamentare di Forza Italia, che arriva a quota 50.
Sebbene non si tratti proprio di una novità degli ultimi giorni, a pesare è stato il progressivo slittamento su posizioni sempre più radicali da parte di Matteo Salvini, ormai sempre più orbaniano – con tanto di premio ricevuto dallo stesso premier ungherese solo pochi giorni fa – e a traino del neopresidente americano Donald Trump.
“Certo, io non guardo a sinistra. Ma provare a costruire un petalo successivo a Fratelli d’Italia a destra è troppo. Potrà anche essere una scelta rilevante dal punto di vista elettorale, ma ha un peso per chi come me non è così destrorso”, dice Bellomo, avvocato penalista e figlio di Michele Bellomo, già presidente della regione Puglia tra il 1990 e 1992, con la Democrazia Cristiana.
A spingere Bellomo verso il cambio di casacca è stato inoltre il malcontento a livello locale con il proprio partito. Anzi, in Puglia, in molti sono convinti che siano stati proprio i dissidi con Fabio Romito – il leghista che il centrodestra ha candidato come sindaco di Bari alle ultime amministrative, poi sconfitto da Vito Leccese – e con Raffaele Marti, senatore leccese e coordinatore del Carroccio in Puglia la vera ragione dell’addio alla Lega. “Non si fanno scelte così importanti per mere beghe di quartiere, per quanto esistenti”, ribatte il neo deputato di Forza Italia. “Ma certo, se poi si sta scomodi a casa propria si tirano le somme. I dissidi locali però, lo ripeto, sono un accessorio, non il motivo principale della mia decisione”.
E’ possibile allora che qualche altro nel Carroccio tragga le stesse conclusioni? “Non lo deve chiedere a me, si farà un congresso il 5 e 6 aprile. Non so dire se per mancanza di coraggio o per altro, ma – conclude Bellomo – non vedo nel partito grandi divergenze rispetto alla linea Salvini”.