Dal riarmo europeo al nuovo Patto di stabilità, ma anche l’ampliamento del mercato libero nel settore delle bollette energetiche: i tanti fronti dell’amore improbabile e clamoroso fra Schlein e Salvini
Tra le mille stravaganti e inquietanti convergenze parallele della fase politica che stiamo vivendo in questi mesi ce n’è una interessante che meriterebbe di essere analizzata con un’attenzione diversa rispetto a quella messa in campo nelle ultime settimane. La politica italiana, lo sappiamo, è piena di contraddizioni formidabili, è piena di coppie impossibili, è ricca di instabilità perfettamente stabili, e tra le nuove coppie clandestine della politica europea ce n’è una che da mesi, in silenzio, in segreto, con timidezza ma con tenacia, ha iniziato a imporsi tra i banchi del Parlamento europeo.
Non è un ritorno di fiamma come lo può essere per esempio il rapporto a distanza tra Giuseppe Conte e Matteo Salvini – “certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano”, cantava Venditti – ma è un amore a sorpresa, scandaloso, inconfessabile, carbonaro, che è quello che riguarda due partiti che di giorno scazzottano e di sera, a volte, si imboscano, e si sbaciucchiano. I partiti in questione sono insospettabili, sono il Pd di Elly Schlein e la Lega di Matteo Salvini, e le convergenze impossibili ma reali tra i due leader si manifestano sempre con più frequenza quando il Pd si affaccia in Europa. Il caso più clamoroso, un caso più mediatico che politico, lo si è registrato qualche giorno fa, quando il responsabile dei social del Pd ha pensato di elogiare su Instagram il leader della Lega per la sua posizione contro il ReArm Europe. Post sopra un titolo di Repubblica, in cui si parlava dello scontro tra Salvini e la premier Giorgia Meloni sul tema della Difesa comune: “Bravo Matteo, adesso ascoltaci anche su sanità e salario minimo”. In molti hanno pensato che quel post potesse essere un infortunio, una caduta di stile, ma in verità se si sceglie di riavvolgere il nastro degli ultimi mesi ci si accorgerà che le convergenze improbabili tra la Lega e il Pd sono diventate tutto tranne che impossibili.
Qualche giorno fa, un importante esponente della segreteria del Pd, Sandro Ruotolo – abbiamo scritto importante trattenendo un sorriso – ha rilasciato una dichiarazione, sul piano del ReArm Europe, praticamente identica a quella di un deputato europeo della Lega, Paolo Borchia (entrambe tratte probabilmente da una versione beta della piattaforma AI chiamata Vlad. Put. Gpt). Dichiarazione di Ruotolo, con scappellamento a destra: “Se vuoi evitare la guerra, costruisci la pace, non ti prepari alla guerra”. Dichiarazione di Borchia, con scappellamento a sinistra: “L’Europa deve prepararsi alla guerra? L’Europa lavori per la pace”. Risultato. Sia il leader della Lega, Salvini, sia la leader del Pd, Schlein, la scorsa settimana hanno dato mandato ai propri partiti in Europa di non votare a favore del ReArm Europe. Un caso? Mica tanto. Pochi mesi prima, nella legislatura europea precedente, il Pd e la Lega, con gli stessi segretari, avevano avuto altre occasioni per abbracciarsi. Un caso clamoroso lo si è registrato nell’aprile del 2024, quando sia la Lega sia il Pd hanno scelto, seppur per ragioni opposte, di non votare a favore del Patto sull’asilo e sui migranti (FdI ha votato a favore, i socialisti europei anche).
Un altro caso clamoroso si è manifestato qualche settimana dopo, sempre al Parlamento europeo, quando Lega e Pd si sono ritrovati dalla stessa parte della barricata nel momento in cui i segretari dei partiti hanno scelto di non votare a favore del nuovo Patto di stabilità (FdI ha votato a favore, i socialisti europei anche). Stessa storia a novembre del 2023, quando il Pd e la Lega si sono ritrovati sullo stesso lato della barricata, al Parlamento italiano, nel momento del voto sull’ampliamento del mercato libero nel settore delle bollette energetiche, un accordo tra l’altro previsto dallo stesso Pnrr contrattato con l’Europa nel 2022 dal governo di cui facevano parte Lega e Pd. L’amore è carbonaro, vero, ma la direzione indica un movimento simmetrico: l’Europa va da una parte, Salvini e Schlein vanno da un’altra, regalando a Meloni una prateria insperata alla voce europeismo, con buona pace dei figliocci di Ventotene.