Sugli abusi edilizi i pm di Milano vanno contro Tar e Consiglio di stato

Nell’elenco delle opere edilizie che per la procura sarebbero state autorizzate in maniera illecita da Oggioni e dal Comune spicca anche il progetto di Via Anfiteatro, dichiarato però assolutamente lecito dal Tar e dal Consiglio di stato. Per i pm milanesi anche i giudici amministrativi fanno parte del “sistema”?

Per la vicenda dei presunti abusi edilizi a Milano i pubblici ministeri sono intenzionati a mettere sotto indagine anche il Tar della Lombardia e il Consiglio di stato? La domanda sorge spontanea leggendo attentamente l’ordinanza che pochi giorni fa ha portato all’arresto di Giovanni Oggioni, ex direttore dello Sportello urbanistica del comune di Milano. Nell’elenco delle opere edilizie che, secondo i pm, sarebbero state autorizzate in maniera illecita da Oggioni e dal Comune spicca anche il progetto degli edifici realizzati in Via Anfiteatro, in zona Brera, al posto di un rudere pericolante abbattuto nel 2007. L’accusa rivolta nei confronti di Oggioni, in concorso con svariati funzionari comunali e gli imprenditori Rusconi, è di “falso in atto pubblico”, per aver “rappresentato falsamente l’intervento come una ristrutturazione edilizia, trattandosi invece di un’area libera e nella realizzazione di due nuovi corpi di fabbrica, uno di quattro piani lungo la Via Anfiteatro e l’altro, più arretrato rispetto alla Via, di undici piani alto 34,78 metri, tra l’altro, fuori sagoma, altezza e sedime, rispetto all’edificio settecentesco demolito”.

Insomma, la contestazione è quella solita alla base della maxi indagine della procura di Milano: anche nel caso di Via Anfiteatro non si sarebbe di fronte a una “ristrutturazione”, bensì a una nuova costruzione edilizia, che di conseguenza non avrebbe potuto essere autorizzata con una semplice segnalazione di inizio attività (Scia), ma avrebbe dovuto ricevere i relativi permessi di costruzione.

Peccato che questa tesi sia già stata bocciata dal Tribunale amministrativo della Lombardia nel maggio 2021, con una sentenza poi confermata dal Consiglio di stato l’anno seguente. Il Tar della Lombardia, attivato su ricorso di alcuni abitanti della zona, ha stabilito chiaramente che l’intervento non è avvenuto su un “lotto libero”, dando ragione al Comune di Milano, che già prima della demolizione del rudere “era in possesso di un progetto (già assentito) di demolizione e ricostruzione, predisposto nel 1999 e diverso da quello attuale, nel quale era tuttavia documentata la preesistente densità edilizia per un valore di mq 1.240,10 di Slp”.

“L’intervento in esame – ribadiscono i giudici amministrativi – è in realtà conforme all’art. 3 del Testo unico dell’edilizia, come modificato dalla legge n. 98/2013, nella formulazione vigente alla data di formazione del titolo abilitativo ex lege, che imponeva il solo rispetto della volumetria esistente. Non erano invece più previsti né il rispetto dell’area di sedime, né limiti di sagoma (questi ultimi esistenti per il solo caso di immobili vincolati, fattispecie che non ricorre nel caso in esame)”. Insomma, si tratta di una ristrutturazione e non di una nuova costruzione, come confermato dal Consiglio di stato. L’esatto opposto di quanto sostenuto ora dai pm di Milano.

A quanto risulta al Foglio le sentenze in questione sono state acquisite dalla procura milanese, che ha comunque deciso di contestare il reato di falso per il progetto di Via Anfiteatro, sostituendosi di fatto alle valutazioni svolte dal giudice naturale, quello amministrativo. Un’esondazione evidente dal proprio ambito di competenza, ma soprattutto una sostanziale messa in discussione delle sentenze amministrative: secondo i pm milanesi, anche Tar e Consiglio di stato fanno parte del “sistema” dietro gli abusi edilizi?

  • Ermes Antonucci
  • Classe 1991, abruzzese d’origine e romano d’adozione. E’ giornalista di cronaca giudiziaria e studioso della magistratura. Ha scritto “I dannati della gogna” (Liberilibri, 2021) e “La repubblica giudiziaria” (Marsilio, 2023). Su Twitter è @ErmesAntonucci. Per segnalazioni: [email protected]

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