Un’ondata di proteste ha travolto il comune di Edimburgo per aver affidato la statua di una donna suffragista a uno scultore maschio che non ha nessun legame col femminismo. Riducendo l’arte a identificazione fra l’artista e il soggetto che raffigura, si finirà per produrre solo autoritratti
Elsie Inglis è stata una dottoressa e una suffragista scozzese, che ha dedicato buona parte della propria vita alla cura degli altri, in particolar modo donne e bambini, fino a ricavarne una salute malferma che l’ha condotta alla morte durante la prima guerra mondiale, poco dopo i cinquant’anni. Si trova oggi al centro di una controversia poiché il comune di Edimburgo ha deciso di dedicarle una statua sul Royal Mile, la celebre passeggiata che ospita fra l’altro i monumenti a David Hume e ad Adam Smith; il problema è che il progetto per la sua statua è stato affidato ad Alexander Stoddart, uno dei più celebri artisti scozzesi, scultore ufficiale della corte britannica e già autore proprio delle statue dei due grandi pensatori di cui sopra. Chi meglio di lui, dunque, per riconoscere il valore decisivo del servizio che Elsie Inglis ha dedicato al prossimo? Chiunque, a quanto pare, purché sia una scultrice: reso noto il progetto di Stoddart, un’ondata di proteste ha travolto il comune di Edimburgo per aver affidato la statua di una donna a un maschio.
Una brava scultrice scozzese, Natasha Phoenix, ha criticato il fatto che Stoddart non abbia nessun legame col femminismo, aggiungendo che, come tutti gli scultori maschi, “ritrae le donne attraverso la lente del patriarcato, che lo voglia o meno”. Trovo interessante il ragionamento sotteso alla protesta della Phoenix: in tempi meno ipocriti, qualsiasi artista sarebbe saltato su rivendicando di essere in grado di realizzare meglio l’opera altrui, e in ciò è spesso consistita l’evoluzione dell’arte; oggi viene invece ritenuto più accettabile dire che un artista può ricevere la commissione di un’opera soltanto in base alla sua identità e all’ideologia che professa, riducendo l’arte a identificazione fra l’artista e il soggetto che raffigura. Non so come se la caverà stavolta il comune di Edimburgo, ma possiamo star tranquilli: fra qualche anno, sarà consentito soltanto fare autoritratti.