Il Monza retrocederà, ma quanto meno i calciatori hanno ora un motivo per giocare ancora a calcio: difendere un uomo che si è messo in gioco per regalarsi un domani meno orribile dello ieri. Intanto per lo scudetto l’Inter ha sempre meno avversari
C’è chi sbraita, chi si arrabbia, chi sussurra di complotti, chi fa il piangina perché i giocatori che ha non sono quelli che avrebbe voluto avere. E chi invece accetta che la realtà sia meno bella e appagante dei sogni e lavora, nonostante tutto, per regalarsi un domani meno orribile del ieri.
Alessandro Nesta è un allenatore dignitoso. E dignitoso nel senso di avente equilibrio, serietà e coscienza dei valori morali. Gli uomini che ha a disposizione sono quelli che sono, cioè di non eccelso valore. Quelli buoni buoni la società li ha ceduti e l’unico rimasto, Matteo Pessina, non gioca da metà novembre. Alessandro Nesta era stato esonerato, nonostante fosse riuscito a dare alla squadra una speranza, seppur labile, di salvezza. Chi lo sostituì, Salvatore Bocchetti, fece peggio, un disastro. È tornato in panchina per cortesia nei confronti di un uomo, Adriano Galliani, che lo aveva voluto, che a malincuore l’aveva esonerato. Si è rimesso a lavorare, seguendo ancora l’idea che nel calcio, soprattutto se non si ha a disposizione nessun campione e pure i buoni giocatori scarseggiano, ciò che è più importante è subire il minor numero di gol possibile.
Il Monza retrocederà a fine anno, difficile che possa andare diversamente. Ocio però che il Monza quanto meno è tornato a essere una formazione che lotta per qualcosa: non per la salvezza, ma per il proprio allenatore. E non è poco.
Questa è Ocio però, la rubrica di Giovanni Battistuzzi sul campionato di calcio italiano, un piccolo breviario per evitare di prendere troppo sul serio la giornata di Serie A appena giocata
Un po’ quello che sta accadendo a Bologna. I rossoblù però di calciatori bravi ce ne ha e Vincenzo Italiano li sa sfruttare. Più o meno tutti. Perché rimane il problema che i centravanti con lui segnano poco, ma se in gol ci vanno tutti gli altri è questione di poco conto. Si divertono i tifosi al Dall’Ara. Si divertono perché è un bel vedere il Bologna, perché vince ed è ancora lì, quarto, a giocarsi la qualificazione in Champions League. Davanti pure alla Juventus che sino a qualche settimana dicevano poter insidiare Inter, Napoli e Atalanta per lo scudetto. Non è andata così ed è chiaro a tutti. E pure l’Atalanta si è rivelata per quella che è: il solito abbaglio che piace ai romantici dei bei tempi passati, nei quali il campionato lo poteva vincere la Sampdoria, il Cagliari o l’Hellas Verona. L’Inter ha risolto la pratica bergamasca facilmente: uno 0-2 facile, ben di più di quanto sembra dal risultato finale.
Rimane il Napoli a contendere ai nerazzurri lo scudetto, anche se lo 0-0 a Venezia sembra dire il contrario. Ocio però che il Napoli contro il Venezia non si è capito come non sia riuscito a vincere, e se passerà indenne le prossime due partite contro Milan e Bologna, di grosse grane non ne avrà più.