Con l’abolizione di Nhs England il premier britannico vuole tagliare la burocrazia. Non si tratta di risparmiare, ma di spendere meglio i 45 miliardi che emergeranno grazie anche a un utilizzo ragionato dell’IA e della digitalizzazione. E I Tory sono d’accordo
Keir Starmer riporta sotto l’ombrello governativo la gestione della sanità inglese – scozzesi e gallesi devono decidere per conto loro – con l’abolizione di Nhs England, l’organismo parastatale o “quango” che dal 2012, per volontà di David Cameron, fa gestire a personale esterno un bilancio da 200 miliardi di sterline pur presentando molti “doppioni” con il ministero della Salute: comunicazione e strategia sono solo due degli esempi portati dal premier che, imbaldanzito dal suo nuovo profilo anche internazionale, ha annunciato a sorpresa la decisione, dettata da motivi di “controllo democratico”. Non si tratta di risparmiare ma di spendere meglio i 45 miliardi che emergeranno grazie anche a un utilizzo ragionato dell’IA e della digitalizzazione in un processo che durerà due anni e porterà alla perdita di circa 10 mila posti di lavoro amministrativi – in Nhs England sono 15.300, al ministero sono 3.300 – a favore di infermieri, personale medico, tutto quello che serve per ridurre una lista d’attesa indietro di 7,4 milioni di appuntamenti e migliorare un servizio sanitario su cui i britannici contano “dalla culla alla tomba”.
Non è l’idea di austerity a muovere la riforma, ha cercato di assicurare Starmer, che dovrà comunque passare attraverso il Parlamento per raggiungere il suo obiettivo di eliminare “il doppio strato di burocrazia” che fa sì che prendere decisioni sia impossibile e che il servizio sia così “frustrante”. I Tory sono dalla sua parte, l’opinione pubblica teme solo l’inevitabile scossa da transizione. “Abbiamo bisogno di più gente che fa, e meno gente che controlla”, ha detto il ministro Wes Streeting riecheggiando un argomento molto alla moda. Basta “Watchdog State”, lo stato dei controllori, ha sintetizzato Starmer: bisogna tornare alla politica, non ai funzionari nominati dalla politica per evitare di prendere decisioni.