Ritratti, illuminazioni, risonanze inedite: l’arte del risvolto secondo Citati

In libreria “la follia degli antichi”, volume con cui Feltrinelli celebra “l’arte applicata” di Citati – così la chiamava egli stesso. Non solo raccontano un’epoca ma restano un’esperienza vivacissima, in cui coesistono, in equilibrio, ricerca, libertà e rigore

Centodiciassette intuizioni. Centodiciassette asserzioni. Centodiciassette barche in libera navigazione e in libero approdo. Centodiciassette istruzioni. Centodiciassette tappe. Di che si tratta? Di risvolti di copertina. Tutti a firma di Pietro Citati, uno che di sé diceva: “Non sono uno scrittore, sono solo un critico che cerca di scrivere in italiano”. E parliamone, dell’italiano che Citati sciorina in questi centodiciassette risvolti – partecipe, sempre disinvolto, agilissimo. Risvolti scritti per una collana da lui fondata e chiamata “Scrittori greci e latini”, pregiata traiettoria editoriale che coprì, col suo arco bibliografico, dal X secolo al Medioevo, e che impiegò, a commento, a traduzione e per l’analisi dei testi, i migliori studiosi italiani. I testi: classici, patristici, bizantini. Si va da Erodoto a Curzio Rufo, da Sofocle a Basilio di Cesarea, da Catullo a Rodolfo il Glabro. Presente nelle librerie dal 1970 fino al 2005, la collana è ancora in vita. La guida Piero Boitani e la pubblicano Fondazione Lorenzo Valla e Mondadori.



Da oggi i risvolti citatiani sono raccolti ne La follia degli antichi (200 pp., 17 euro), volume con cui Feltrinelli celebra “l’arte applicata” di Citati – così la chiamava egli stesso. Ora che sono leggibili nella loro totalità, uno dopo l’altro, appaiono per quel che sono: note di un medesimo spartito. E non solo raccontano un’epoca – si scommetteva sull’esistenza di un pubblico, per quanto di nicchia, interessato a leggere Imperatori di Bisanzio di Michele Psello o La storia lausiaca di Palladio – ma restano un’esperienza vivacissima, in cui coesistono, in equilibrio, ricerca, libertà e rigore. Così va usato questo libro: con libertà e rigore. Diviso in sette parti, assomiglia alle Variazioni Goldberg di Bach per straordinario senso di unità e di appartenenza a una medesima cellula originaria, pur nella molteplicità. I testi li si può spigolare e scorrere uno via l’altro, oppure si può saltare da un risvolto al successivo, è possibile correre avanti e indietro, ma la sensazione è che la trama sia sempre la medesima e l’uniformità dell’esperienza intellettuale che ha portato alla creazione della collana sia viva davvero a ogni riga, anche e soprattutto grazie alla lingua, che tutto tiene e tutto armonizza. Molte le illuminazioni. Frequenti le diagonali tese tra un’opera e l’altra alla ricerca di risonanze inedite. A puntasecca ogni ritratto.


“Ulisse fa della soglia il suo punto di riferimento”, scrive Citati, e sembra un’osservazione alla quale mai si era pensato in questi termini, eppure, quasi come in una reminiscenza platonica, le siamo sempre stati a un passo. A proposito delle Istmiche di Pindaro, “modello di coloro che inseguirono il sublime”, Citati stabilisce: “Come mai altrove in letteratura, abitiamo nella luce, viviamo nella luce, ci nutriamo di luce, ci abbeveriamo di luce, leggiamo la luce”. Esiste modo migliore per definire i versi di Pindaro, “poeta furibondo” e “supremo geometra dell’intelligenza”? Dell’Arte di amare di Ovidio, Citati dice: “Per lui l’amore non è una passione tragica né un destino. E’ un gioco psicologico, un ricamo dell’intelligenza”. Le intuizioni si susseguono: dalle Metamorfosi di Ovidio, “summa del mito antico ma anche delle passioni e dell’infelicità che dominano il mondo”, alle Previsioni astrologiche di Tolomeo, che ascoltò “la suprema musica cosmica”; dal Simposio di Platone in cui “Socrate è il seduttore che non si lascia sedurre, l’ispiratore che non viene invasato” a Gli uccelli di Aristofane, “la più bella commedia di tutti i tempi”; dal Plutarco de La vita di Cimone e Lucullo che scrive come un “grande affrescatore di fondali” all’angolare Sant’Agostino, perché “se l’Occidente deve una metà del suo cuore all’Odissea, l’altra metà è riempita da questo libro tessuto in parti uguali di luce di tenebra. Quale libro immenso!”. E si afferma, ci si entusiasma. Perché – ed è la ragione del calore che trasmette questa raccolta – c’è passione in Citati, ma una passione mai stentorea; piuttosto, la passione di un amico che ti consiglia un libro perché tra le sue pagine ha intravisto la cosa più importante: un disegno dell’esistenza.

Di più su questi argomenti:

Leave a comment

Your email address will not be published.