Il governo pronto ad approvare il riallineamento delle accise di diesel e benzina

Oggi in Cdm il via libera all’aumento dell’accisa sul gasolio e la riduzione di quella sulla benzina. La misura sarà applicata gradualmente in cinque anni e il gettito extra destinato al trasporto pubblico locale

Il decreto sul riordino delle accise sui carburanti approderà al Consiglio dei ministri di oggi. La bozza del decreto sul tavolo di Palazzo Chigi – già approvata da Camera e Senato – prevede che da qui a cinque anni l’accisa sul gasolio sia allineata a quella sulla benzina, con un aumento della prima e una riduzione della seconda pari a 1-1,5 centesimi al litro per ciascun anno. Gli incassi generati dalla misura confluiranno in un fondo per il trasporto pubblico locale e successivamente nel fondo per l’attuazione della delega fiscale.

Con molta probabilità, gli aumenti dell’accisa non avranno effetto per il settore del trasporto merci e passeggeri, per il quale è già prevista una specifica aliquota. Ma l’esonero potrebbe coinvolgere anche il gasolio impiegato nei lavori agricoli e all’interno di stabilimenti industriali, agricolo-industriali o laboratori.

Di allineamento delle aliquote delle accise per diesel e benzina si è parlato già a settembre nel Piano strutturale di bilancio. La misura risponde all’impegno preso dall’Italia nei confronti dell’Unione europea, che considera il disallineamento come un “sussidio ambientalmente dannoso”. Pertanto “deve essere pareggiato, sennò siamo in infrazione europea” ha spiegato ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin a ottobre. Nel 2023, il governo Meloni ha reso più concreta l’intenzione di intervenire a tale proposito delineando uno schema di decreto nell’ambito della delega fiscale conferita dal Parlamento.

Dati Codacons alla mano, oggi in Italia le accise valgono 0,728 euro su ogni litro di benzina, e 0,617 euro su un litro di diesel. Secondo i calcoli dell’associazione dei consumatori, il parco auto circolante degli italiani ammonta a 40,5 milioni di vetture, di cui il 42 per cento alimentate a benzina (17 milioni) e 40,9 per cento a gasolio (16,6 milioni). Di conseguenza, un aumento delle accise di 1 centesimo di euro per il gasolio comporterebbe una incremento di 0,61 euro su un pieno da 50 litri, considerando anche l’Iva. L’aggravio complessivo sarebbe di +243 milioni di euro annui sulla totalità delle auto diesel circolanti in Italia, dunque 1,21 miliardi di euro in cinque anni (che diventerebbero 1,82 miliardi se l’aumento fosse di 1,5 centesimi). Parallelamente, ammonterebbe a somme simili il risparmio per la platea di automobilisti con vetture alimentate a verde.

Stando alle ultime rilevazioni, i prezzi dei carburanti alla pompa hanno registrato un forte calo. La media nazionale della benzina al self service è scesa sotto la soglia degli 1,80 euro per litro per la prima volta dal 12 gennaio, mentre il diesel viene venduto a poco più 1,70 euro.

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