Claudio Simonetti: i 50 anni di Profondo Rosso, il Gioca Jouer e la paura della realtà

Con una carriera che va dal prog alla disco, il compositore e musicista riporta in vita le musiche del “suo” Profondo Rosso a Roma. “Cecchetto si è preso tutti i meriti, ma la musica del Gioca Jouer è mia. Il futuro? Un film americano e la voglia di tornare a lavorare presto con Dario Argento”

Lasciate ogne speranza, voi ch’intrate. Dopo aver superato la selva oscura Dante e Virgilio, arrivano davanti alla porta dell’Inferno, sovrastata da una lunga iscrizione che irretisce i due poeti a non entrare. Quello verso gli inferi è un viaggio di sola andata in cui c’è solamente dolore e sofferenza. Ma senza batter ciglio il Vate prende per mano il padre della lingua italiana e insieme si incamminano nel percorso di peccati. Trentaquattro canti per una enciclopedia dei vizi terreni. Quegli stessi vizi messi in pellicola da Dario Argento e musicati da Claudio Simonetti. La realtà e la fantasia spesso si confondono come un cocktail di cui non riesci a distinguere i sapori, diceva Carlo, uno dei protagonisti di Profondo Rosso.

Proprio l’iconico film quest’anno compie 50 anni e torna nel nuovo teatro immersivo degli storici Forum Studios di piazza Euclide per il Roma Film Music Festival. Lì, dove fu registrata la colonna sonora nel 1975, ci sarà la proiezione integrale rimasterizzata del film con le musiche eseguite dal vivo da Claudio Simonetti, creatore e interprete dell’edizione originale, con i Claudio Simonetti’s Goblin.

Il 6, 7 e 8 aprile riporterà le musiche di Profondo Rosso al Forum Theatre. Quali ricordi ha di quel posto?

A quei tempi si chiamava Ortophonic, era lo studio di Ennio Morricone, di Armando Trovajoli, dei più grandi musicisti dell’epoca. Carlo Bixio, il nostro produttore dell’epoca ci mandò a registrare lì. Allora lo studio si trovava sotto la Basilica del Sacro Cuore Immacolato di Maria e sopra c’era l’organo grazie al quale è venuto fuori il suono iconico di Profondo Rosso.

Il 4 aprile uscirà invece il disco “Profondo Rosso (50th anniversary)”. Come sarà?

La colonna sonora di Profondo Rosso è rimasta uguale, con le parti orchestrali di Giorgio Gaslini rifatte fedelmente. Ho voluto riregistrarla con i Claudio Simonetti’s Goblin, come ho fatto per Suspiria. Anche se lì ho stravolto la colonna sonora incidendo Suspiria Rock Prog Version, una versione totalmente riarrangiata.

Sarà un disco che saprà farsi amare anche dai giovani?

Molti ragazzi hanno quel motivo come suoneria ma non sanno cosa sia, non hanno nemmeno visto il film.

Lei è stato inserito nell’olimpo dei grandi compositori come John Williams, Ennio Morricone, Angelo Badalamenti. Cosa ne pensa?

È un onore, sono felicissimo.

Da sempre la sua carriera è legata a quella di Dario Argento. Questo non le dà fastidio?

Macchè, io e Dario siamo grandi amici. Con lui ho fatto 14 film: 11 in cui era regista e 3 da produttore.

Però negli anni ’80 accantona il prog e si dedica alla disco. E compone la musica del Gioca Jouer di Claudio Cecchetto. Come è successo?

Cecchetto si dimentica sempre di dirlo in giro che la musica è mia, si è preso tutti i meriti. Si comporta in modo meschino. Ai tempi Cecchetto era solo un presentatore, avevamo fatto Discoring insieme, l’ho conosciuto lì. Aveva questa idea in cui lanciava i comandi e la gente eseguiva, io sono andato a casa e ho pensato a cosa facesse ballare. La tarantella fa ballare. E così l’abbiamo registrata. Nel 1981 è stato anche la sigla del Festival Sanremo.

Insomma lei ha sempre avuto successo.

Ho avuto successo con gli Easy Going e poi con Vivien Vee. Per la Banana Records, la nostra etichetta, quel periodo è culminato proprio con il Gioca Jouer. Poi nel 1984 sono ritornato al cinema con Phenomena ma ho portato l’influenza della musica dance nei film come ad esempio in Tenebre.

E dopo?

Ho fatto College di Federico Moccia e Lorenzo Castellano, che andò molto bene. Negli anni ’90 sono tornato al prog: con Simonetti Horror Project riproponevo le colonne sonore in maniera rock.

Ma come nasce una colonna sonora composta da Claudio Simonetti?

Io non amo leggere le sceneggiature, ho avuto molte delusioni. Preferisco vedere il film originale e poi scrivere le musiche.

Quale sarà la sua prossima composizione?

Ora ho finito Saturnalia, un film americano che dovrebbe uscire quest’anno. Ha molte ambientazioni che mi hanno ricordato Suspiria, hanno ricostruito la scuola con scenografie simili a quelle del film di Dario.

Tornerà a lavorare con Dario Argento?

Lo spero. Credo lui abbia in progetto di fare qualche cosa.

C’è qualcosa di cui lei ha paura?

La realtà, i film invece fanno ridere. Ho paura quando vedo il telegiornale perché è tutto vero.

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