Sébastien Lecornu e il mix tranquillo tra gollismo e macronismo per difendere l’Europa

Il ministro delle Forze armate è la “force tranquille” del governo francese, l’uomo della conciliazione, dell’equilibrio, della mediazione. Ispirato all’operato politico di De Gaulle e Philippe Sèguin, invoca una sovranità europea e afferma che il futuro dell’Europa si gioca in Ucraina

Parigi. Per il presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, Sébastien Lecornu “è l’uomo delle missioni difficili”, dice al Foglio un ex consigliere dell’attuale ministro delle Forze armate, che preferisce mantenere l’anonimato. Quando era segretario di stato presso il ministero dell’Ecologia (2017-2018), Lecornu era l’uomo del dialogo e della riconciliazione mandato a gestire i dossier esplosivi, come il progetto dell’aeroporto di Notre-Dame-des-Lands e la chiusura della centrale nucleare di Fessenheim. Da ministro per le Collettività territoriali (2018-2020), ha affiancato il capo dello stato durante i meeting-maratona del “grande dibattito nazionale”, arginando la collera dei gilet gialli e riparando un legame che sembrava definitivamente lacerato con la Francia profonda. Poi, da ministro dei Territori d’oltremare si è ritrovato sul tavolo la questione delicata della Nuova-Caledonia e l’ha affrontata con la stessa calma e fermezza che oggi sta mostrando da responsabile delle Forze armate, in un momento storico per la Francia e per l’Europa. E’ la “force tranquille” del governo francese, dicono alcuni riprendendo il celebre slogan mitterrandiano, “è un Jean-Pierre Raffarin con vent’anni di meno”, dicono altri. Perché come l’ex primo ministro di Jacques Chirac, è l’uomo della conciliazione, dell’equilibrio, che smussa gli angoli lì dove altri suoi colleghi cercano di inasprire le tensioni. “E’ chiamato a prendere decisioni difficili, ma non è uno che cerca le scintille, la polemica”, dice l’ex consigliere di Lecornu.



Questo approccio ha convinto Macron a farlo entrare nel cerchio dei fedelissimi, assieme al segretario generale dell’Eliseo, Alexis Kohler, e al suo consigliere diplomatico, Emmanuel Bonne. “La difesa è un dominio riservato del presidente della Repubblica. Rispetto ad altri ministri ed ex che hanno spesso voluto dare pubblicamente la propria opinione, smarcandosi dall’Eliseo, Lecornu ha sempre tradotto e attuato ciò che il capo dello stato vuole per la difesa nazionale e europea”, sottolinea l’ex consigliere. Un allineamento che ha reso questo figlio del gollismo un fedele soldato del macronismo. “Lecornu, inoltre, incarna qualcosa di diverso rispetto alla maggioranza dei macronisti. E’ figlio della classe media di provincia ed è stato sindaco e presidente del consiglio dipartimentale dell’Eure, in Normandia, prima di diventare ministro. E’ un uomo del territorio, viene dalla politica locale”.


Lecornu ha preso la tessera macroniana nel 2017, ma i suoi modelli politici sono Charles de Gaulle, l’architetto della Quinta Repubblica, e Philippe Séguin, l’uomo del gollismo sociale. “De Gaulle è un’ispirazione perché ha modernizzato l’esercito francese, in particolare sulla dottrina nucleare. Séguin lo è per l’aspetto sociale”, dice l’ex consigliere di Lecornu. Dopo il discorso di investitura di Trump, il ministro delle Forze armate francese disse che le dichiarazioni del presidente americano erano “un calcio nel sedere alle capitali europee”, un invito a svegliarsi per “definire finalmente un quadro per l’autonomia europea” nella difesa. “Voler acquistare più armi dagli Stati Uniti è un controsenso storico”, aggiunse. “Secondo la tradizione gollista, per Lecornu bisogna essere allineati e allo stesso tempo non allineati con gli Stati Uniti: allineati nel quadro dell’alleanza militare della Nato e non allineati perché bisogna difendere la propria sovranità e i propri interessi a livello francese ed europeo”, spiegala nostra fonte: “Più dell’Ue, è la Nato che definisce il quadro delle alleanze militari, per Lecornu. La Gran Bretagna, in questo senso, rappresenta un alleato fondamentale con cui bisogna lavorare”. Domenica, alla Tribune du dimanche, ha annunciato che Parigi mobiliterà i 195 milioni di euro per il sostegno militare all’Ucraina, utilizzando gli interessi generati dai beni russi congelati. “Questa somma consentirà la consegna di proiettili da 155mm e di bombe plananti Aasm, che armeranno i Mirage 2000 ucraini”, ha spiegato Lecornu. Mercoledì scorso, nonostante lo stop allo scambio di informazioni con Kyiv annunciato dall’Amministrazione americana, Lecornu ha dichiarato che la Francia continuerà a fornire un supporto in termini di intelligence militare: in Ucraina è in gioco il futuro dell’Europa.

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