Forse, come sostengono i partiti d’opposizione, l’abolizione del test d’ingresso decisa dal governo è solo di facciata. Ma è presto per dirlo. Che dire però delle altre facoltà?
Io non so se quella dei test d’ingresso alla facoltà di medicina sia una finta abolizione, come sostengono i partiti d’opposizione. Non so nemmeno se il sistema escogitato dal governo – conservare il numero chiuso, rinviando però la selezione ai risultati conseguiti nel primo semestre – sia davvero la soluzione ideale. Né so in che modo specifico agirà il setaccio o secondo quali criteri concreti verrà stilata la superclassifica degli studenti a gennaio; questo però pare non lo sappia nessuno, poiché i decreti attuativi verranno pubblicati fra qualche settimana (se si dovesse scegliere un motto da issare insieme al tricolore, sarebbe: “Poi vediamo”).
L’unica cosa che so è che, se un’università ammettesse qualsiasi studente senza selezione a monte, non desse alcun peso al diverso rendimento negli esami, consentisse a tutti gli alunni di tirare avanti finendo fuori corso per chissà quanto, non accompagnasse all’uscita chi mantiene ritmi blandi o medie inaccettabili, garantisse a chiunque di prendere un pezzo di carta strappato non importa in quanto tempo e con quali risultati mediocri, be’, sembrerebbe proprio una finta università.