Da due settimane gli Stati Uniti si fanno prendere in giro dal Cremlino. Ma Musk, Trump e Rubio non possono permettersi la diplomazia del bullismo
Uno dei primi risultati dell’Amministrazione Trump è stata la confusione tra aggressore e aggredito e tra alleato e avversario. L’Ucraina che subisce le aggressioni di Mosca è il paese guerrafondaio a cui togliere gli aiuti, la Russia è il paese ragionevole che parla di affari. I paesi della Nato, ugualmente, sono diventati i bersagli di offese e minacce, mentre i russi sono i tipi svegli con cui intendersi alla svelta. Nel fine settimana, Elon Musk ha scritto di quanto sia stato importante il suo sistema di satelliti Starlink per aiutare l’esercito ucraino e lo ha definito “la colonna vertebrale” della difesa di Kyiv che se venisse tolto genererebbe il collasso dell’Ucraina. Il ministro degli Esteri polacco, Radoslaw Sikorski, ha risposto a Musk facendo notare che per fornire Starlink all’Ucraina, la Polonia paga 50 milioni di dollari l’anno: “Se SpaceX si rivelasse un fornitore inaffidabile, saremmo costretti a cercarne altri”. Musk ha chiamato Sikorski “little man”, omuncolo, intimandogli di stare calmo. Poi ha aggiunto che non toglierà Starlink all’Ucraina.
Il segretario di stato americano Marco Rubio ha invece detto a Sikorski che dovrebbe soltanto ringraziare perché senza Starlink i russi sarebbero arrivati al confine con la Polonia. Varsavia in questi anni, anche prima dell’aggressione russa dell’Ucraina del 2022, è sempre stata un partner solido degli Stati Uniti, ha speso per la propria Difesa e preso sul serio la propria sicurezza. Il fatto che Musk e Rubio si permettano di trattare un alleato come se fosse un nemico da umiliare indica la grande confusione che regna dentro all’Amministrazione americana invaghita di Mosca e una propensione alla diplomazia del bullismo che un paese che da due settimane si fa prendere in giro dal Cremlino non può proprio permettersi. Il primo rischio del disinteresse americano per la sicurezza è per gli ucraini e per gli europei, ma quello che a Washington ancora non capiscono è che le alleanze esistono non soltanto per aiutare, ma anche per proteggersi: non sempre il “l’oceano carino” è sufficiente.