Le sinistre convergenze tra Schlein e l’Anpi, dal no al riarmo fino a Israele e al cortocircuito Musk

La segretaria del Pd sposa il no al riarmo europeo propagandato dal presidente dell’Associazione nazionale partigiani Pagliarulo. Ma non è l’unico punto di contatto tra i due. La proposta per defascistizzare le vie e l’opposizione al patron di Tesla (che però come Pagliarulo si oppne alla Nato)

Che ci fosse affinità tra i due lo si doveva capire dal debutto. La prima piazza di Elly Schlein da nuova segretaria del Pd, nel marzo del 2023, fu a Firenze. In occasione della manifestazione antifascista, ebbe modo di scambiare qualche chiacchiera, di alternarsi sul palco, con Gianfranco Pagliarulo, il presidente dell’Associazione nazionale partigiani. Un incontro a suo modo esplicativo, rivisto a ritroso, perché la linea Pagliarulo è finita per diventare sempre più spesso, e su numerose questioni, la nuova linea del Pd.

Partiamo dalla fine. Annunciando la partecipazione alla piazza del 15 marzo convocata da Michele Serra (alcune locali come quella della provincia di Roma si sono già sfilate), Pagliarulo e i vertici dell’Anpi ci hanno tenuto a fare dei distinguo piuttosto precisi. “L’idea di Europa nata dalle macerie della seconda guerra mondiale, dalla sconfitta del nazifascismo, dal manifesto di Ventotene, era quella dell’unità europea fondata sulla democrazia, sulla pace, sul lavoro. Questa idea è oggi clamorosamente tradita dal piano ReArm Europe proposto da Ursula von der Leyen. Il riarmo degli Stati fomenta e rafforza i nazionalismi”, ha detto il presidente dell’associazione. Anticipando in una nota di qualche giorno prima la posizione assunta dal Pd sul piano von der Leyen. “Il piano Rearm Europe proposto da Ursula von der Layen è un tradimento degli ideali a fondamento dell’Europa unita, perché il riarmo degli Stati ci spinge sull’orlo della terza guerra mondiale, fomenta e rafforza i nazionalismi, causa principale di entrambi i conflitti mondiali e della stessa nascita del fascismo e del nazismo”, spiegava Pagliarulo. Sottolineando come ci voglia “più Europa, un’altra Europa”. Più o meno quanto sostenuto da Schlein quando dice che scenderà in piazza per l’Europa ma contro quest’Europa di von der Leyen e del riarmo.

Non è l’unico punto di contatto tra i due. A novembre scorso Pagliarulo chiese di riprendere una proposta dell’allora Alto commissario per la Politica estera europea Borrell, che voleva sanzioni per il governo israeliano e un embargo alle armi. Esattamente quel che Schlein ha chiesto ripetutamente di fare per fermare il “massacro di Gaza” (l’Anpi si è spinto pure oltre, sdoganando il termine “genocidio”). E pensare che la corrispondenza d’intenti tra i due era partita da una proposta simbolica: defascistizzare le vie delle città italiane. Alla Camera presentarono insieme un disegno di legge che voleva vietare “l’intitolazione di strade, piazze e altri luoghi o edifici pubblici la cui denominazione è di competenza della pubblica amministrazione a esponenti del partito o dell’ideologia fascista”. Solo che giustamente qualcuno aveva fatto notare che la cancellazione si sarebbe potuta abbattere pure su personalità non certo del regime ma magari con trascorsi nelle giovanili del fascismo, come Aldo Moro o in seguito Dario Fo.

Ma viriamo su altro tema di grande attualità. L’opposizione di Schlein a una figura come quella di Elon Musk. Solo nelle ultime ore la segretaria del Pd è tornata a chiedere lo stop preventivo a qualsiasi forma di collaborazione con il patron di Tesla, Starlink e Space X. E chi, in occasione dell’assemblea per gli 80 anni dell’Anpi, aveva voluto evidenziare le affinità tra Musk e le derive autoritarie del passato? Proprio il presidente Pagliarulo. “Sono sconvolto quando leggo che un tecnocrate miliardario americano attacca la nostra magistratura. E’ un fatto grave, perché Elon Musk non è un politico, ma un miliardario che crede di essere padrone del mondo. Auspico che il governo risponda e prenda posizione”, disse il presidente dell’Anpi. Per per ironia della sorte, però, con Musk potrebbe ritrovarsi a condividere l’astio per la Nato. Visto che lui il 25 aprile di tre anni fa volle tenere fuori dai cortei le bandiere dell’Alleanza atlantica. E l’altro si auspica persino che gli Usa ci escano, dalla Nato. Con Schlein Pagliaruolo ha condiviso pure le battaglie contro autonomia differenziata e premierato. E all’ultima festa nazionale dell’Anpi, la scorsa estate a Bologna, a Elly fu riservato un ruolo centrale di “perno” del campo largo. Dopo il grande exploit delle europee.

E quindi uno dei principali partiti della sinistra europea s’avvicina sempre più a un’associazione che dovrebbe attualizzare e difendere i valori della Resistenza. E che però in questi anni si è fatta notare più per il filoputinismo del suo presidente. Capace, sui fatti di Bucha, di dire cose come “con quasi ogni certezza sono stati i russi”, ma ciò non toglie che “ci dev’essere un processo prima di una condanna”.

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  • Luca Roberto
  • Pugliese, ha iniziato facendo vari stage in radio (prima a Controradio Firenze, poi a Radio Rai). Dopo aver studiato alla scuola di giornalismo della Luiss è arrivato al Foglio nel 2019. Si occupa di politica. Scrive anche di tennis, quando capita.

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