L’ala anti Schlein cerca un portavoce. E a Genova Salis vacilla

I riformisti sono preoccupati per la loro scarsa capacità di comunicazione, per l’incapacità di far emergere posizioni differenti da quelle della segretaria. Intanto dalla Liguria arrivano sondaggi poco incoraggianti

I riformisti del Pd sono preoccupati. A metterli in ansia non è solo la linea adottata da Elly Schlein sul piano di Ursula von der Leyen. Ciò che sta loro a cuore in questo momento è la loro scarsa capacità di comunicazione. “Sembriamo tutti appiattiti sulla linea di Stefano (Bonaccini, ndr) che dà sempre ragione alla segretaria. Possibile che non riusciamo a fare emergere il fatto che non siamo su quella linea?”, è la lamentela ricorrente tra gli esponenti della minoranza del Pd. A dire il vero la lettura dei giornali di ieri li ha un può rincuorati: “Persino Prodi, quando non dà ragione alla leader, come sul piano von der Leyen, viene oscurato”, è stato il commento pressoché unanime. Ma consolarsi così non basta. Per questa ragione i riformisti dem hanno deciso che è tempo di utilizzare tutti gli strumenti della propaganda a loro disposizione per far conoscere le loro posizioni. E sono in cerca di un portavoce che possa aiutarli in questa impresa e che riesca in qualche modo a contrastare la macchina della comunicazione di Schlein che sembra, invece, funzionare alla perfezione.

Intanto a Genova il Pd sta lavorando ventre a terra per conquistare il comune alle prossime elezioni amministrative. Al momento non c’è ancora una data ufficiale. Le ipotesi attualmente sul tappeto sono due: 11 e 25 maggio. Non manca troppo, dunque, alla data del voto. E l’ottimismo iniziale del centrosinistra si è andato un po’ intiepidendo perché gli ultimi sondaggi su Silvia Salis, che fino a due settimane fa erano esaltanti, tanto che il Pd dava per scontata la vittoria, adesso fanno registrare un calo di consensi per la candidata del centrosinistra. E a proposito di date: oggi il governo dovrebbe incontrare i comitati referendari. Sono diversi i quesiti in gioco e i comitati hanno tutta l’intenzione di chiedere un election day per accorpare referendum e amministrative.

Al Pd continua a destare preoccupazione il fatto che l’asticella del partito in tutte le ultime rilevazioni dei sondaggi non sale più (anzi in qualche caso scende, seppure non di molto). Questo avviene da un mesetto circa. Per questa ragione sono stati consultati diversi esperti. L’obiettivo della segretaria era quello di riuscire a strappare consensi nell’area dell’astensionismo. Perché è quella fetta di italiani che può fare la differenza. Sono le fasce più fragili della popolazione quelle dove si vota di meno. E non a caso è su quelle che Schlein ha puntato tutte le sue carte con le battaglie sul salario minimo e la difesa della sanità pubblica. Ma a quanto pare, questa operazione non sta riuscendo come dovrebbe. Quell’area, infatti, sembra guardare con diffidenza alla politica tout court e riuscire a recuperare voti in quelle fasce appare un’impresa tutt’altro che semplice. E comunque, hanno spiegato i sondaggisti, è più facile che quell’elettorato che non si reca più alle urne sia attratto dal crescente movimentismo populista di Giuseppe Conte, che intanto ha ripreso a erodere consensi al Pd da sinistra. Ma la leader dem non dispera, alle elezioni quelle vere, le politiche, manca ancora tempo e Schlein punta a recuperare il terreno perduto.

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