La recensione del libro di John R. R. Tolkien edito da Bompiani, 368 pp., 20 euro
Come ogni lettore del Signore degli anelli sa, l’impresa della Compagnia dell’Anello si staglia sullo sfondo di un’articolata mitologia. E ogni appassionato della “Terra di mezzo” sa bene che l’elaborazione dei miti che le danno vita impegnò Tolkien per più di mezzo secolo, dai primi abbozzi negli anni della Prima guerra mondiale fino alla morte, ma non fu mai portata a compimento. Il compito di riordinare i testi tolkieniani, coordinarli in un insieme coerente, pubblicarli – anche questo è cosa nota – è stata assunta dal figlio Christopher, che ha dedicato praticamente tutta la sua attività letteraria all’opera di offrire al pubblico il lascito letterario del padre. Il risultato è stata una serie di libri di taglio diverso, dal pionieristico Silmarillion, in cui Tolkien jr. raccoglie l’essenziale dei testi paterni, e per integrarli in un percorso unitario non esita a cucirli con interventi propri, alla (pressoché) definitiva Storia della Terra di Mezzo, raccolta filologicamente rigorosa e scrupolosamente annotata di tutti gli scritti che Tolkien ha lasciato, compresi frammenti e varianti.
In questo variegato panorama si inserisce la scelta pubblicata da Bompiani, curata da Brian Sibley – tolkieniano di lungo corso, il cui curriculum annovera tra l’altro le guide ufficiali ai film che Peter Jackson ha tratto dalle saghe di Bilbo e di Frodo. Qui Sibley ha scelto di riunire i brani che riguardano alcune vicende della “Seconda era” sparsi fra il Silmarillion, la Storia della Terra di Mezzo e altri volumi e ordinarli seguendo la cronologia che Tolkien stesso aveva collocato in appendice al Signore degli anelli. Il libro è uscito in inglese nel 2022, in occasione del lancio della serie di Amazon Prime “The Rings of Power”, e ha avuto un’accoglienza contraddittoria: una parte della critica ha apprezzato la possibilità di avere in mano un percorso coerente, senza interventi di una penna esterna e senza dover rincorrere i testi fra volumi diversi; altri hanno rimproverato a Sibley di essersi limitato a una “raccolta di testi raccolti”, strizzando l’occhio al facile successo propiziato dall’interesse suscitato dalla serie tv.
Certo, il tolkieniano erudito che già conosce i volumi precedenti non troverà qui niente di nuovo; ma il semplice appassionato – per non dire del neofita – non potrà non godere di questo viaggio nel Regno di Númenor, compiuto forse con poco scrupolo filologico ma certo dando credito al gusto dell’avventura e alla passione per il mito che erano la cifra di Tolkien.
John R. R. Tolkien
La caduta di Númenor
Bompiani, 368 pp., 20 euro