Nel mondo da ubriachi che ci si apparecchia, la nuova guerra del proibizionismo tra Stati Uniti e Canada tiene davvero allegri
Nel mondo da ubriachi che ci si apparecchia, e ovviamente diciamo da ubriachi perché “sempre allegri bisogna stare, che il nostro piangere fa male al re”, un mondo così travolto dalle sue derive impensabili dove persino Antonio “S” Scurati è arrivato a scoprire, bontà sua, ciò che i neocon persino di casa nostra avevano scoperto da trent’anni, e cioè che l’Europa è diventata landa di arrendevole e incapace pacifintismo, in questo mondo sbronzo insomma la nuova guerra del proibizionismo tra Stati Uniti e Canada tiene davvero allegri.
Il Canada ha sparato il suo missile nella guerra dei dazi, e molti governatori hanno messo al bando whisky, bourbon e liquori yankee, finora molto apprezzati nelle terre del freddo: “Un enorme colpo per i produttori americani”. E ci si ricorda quando invece la guerra era al contrario, quando durante il Proibizionismo erano i contrabbandieri dalle camionabili del Canada o sui battelli, spesso amici del papà di JFK, tra l’altro, a rifornire di alcol gli speakeasy di Al Capone. Chissà che farà ora, con tutte quelle scorte da smaltire, il vecchio Al Trumpone.