Il piano di von der Leyen per il riarmo in cinque punti: “Dobbiamo essere all’altezza”

Bruxelles mette sul piatto 800 miliardi euro per aumentare in modo massiccio la spesa militare. Dal finanziamento a livello nazionale ai prestiti della Commissione, fino alla mobilitazione di investimenti privati. Ma tutto dipenderà dalla volontà dei singoli governi di indebitarsi

Bruxelles. Ursula von der Leyen oggi ha lanciato un appello tardivo alla mobilitazione generale per riarmare l’Europa di fronte al disimpegno di Donald Trump, presentando con nove mesi di ritardo un piano stimato a 800 miliardi di euro per aumentare in modo massiccio la spesa militare, compresi aiuti rapidi all’Ucraina che rischia di restare senza le forniture di armi americane. Ma la sua effettiva messa in opera dipenderà dalla volontà dei singoli governi di indebitarsi a livello nazionale ed europeo e di dirottare i fondi della coesione per le regioni più povere verso gli armamenti. “Questo è il momento dell’Europa e dobbiamo essere all’altezza”, ha detto la presidente della Commissione, senza tuttavia lanciarsi in proposte dirompenti per finanziare l’emergenza di sicurezza. Per von der Leyen, gli Stati Uniti di Trump restano “alleati”, ha detto un suo portavoce. Il Consiglio europeo straordinario di giovedì sarà decisivo per verificare fino a che punto i capi di stato e di governo sono disposti ad andare per far esistere l’Europa della difesa. Il piano Rearm Europe presentato da Ursula von der Leyen è composto da cinque punti.

Secondo il primo, la parte più importante del riarmo dovrà essere finanziata a livello nazionale. La Commissione attiverà la clausola di salvaguardia nazionale del Patto di stabilità per permettere agli stati membri di aumentare dell’1,5 per cento del pil la spesa per la difesa per i prossimi quattro anni. La stima dell’esecutivo comunitario è che la flessibilità permetterà di spendere 650 miliardi di euro in più fino al 2030. Ci sarà un “meccanismo di controllo” e una “definizione stretta” delle spese militari, spiega al Foglio un funzionario dell’Ue. La Commissione vuole evitare che alcuni governi ne approfittino per “infilare sotto il tappeto altre spese”. L’Italia non dovrebbe poter includere le spese per i controlli alle frontiere sull’immigrazione, come aveva chiesto il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Alcuni governi – come quello di Pedro Sanchez in Spagna, dove il riarmo è impopolare – hanno già detto che non intendono sfruttare questa possibilità. La Commissione spera che i nuovi obiettivi fissati al vertice Nato del prossimo giugno spingeranno tutti ad agire.

Il secondo punto del piano di von der Leyen è un nuovo strumento sul modello di “Sure”. Come aveva fatto nei primi mesi della pandemia, la Commissione si indebiterà sui mercati grazie al margine del bilancio dell’Ue e fornirà prestiti agli stati membri fino a 150 miliardi di euro. Una ventina di paesi possono trarne beneficio, perché pagano tassi di interessi più alti dell’Ue. Ci saranno delle condizioni per ottenere i fondi. I governi dovranno presentare piani di acquisti di congiunti capacità militari – difesa aerea e missilistica, sistemi di artiglieria, munizioni, missili e droni, sistemi anti-drone, cyber e mobilità militare – e la Commissione verserà il denaro su richiesta. Dovrebbe essere inserita una clausola “buy european” per favorire e sviluppare l’industria del vecchio continente. Ma il rischio è di creare una rivolta dei governi che comprano armi negli Stati Uniti e di ritardare gli acquisti per l’Ucraina dell’equipaggiamento di cui ha maggior bisogno.

Il terzo punto è la possibilità offerta agli stati membri di dirottare i fondi della coesione verso l’industria militare. La Commissione non ha fornito stime di quanto denaro potrebbe essere mobilitato. Gli esperimenti fatti in passato non hanno funzionato: nessuno stato membro ha utilizzato la possibilità offerta nel 2023 di spostare fondi della coesione a favore della produzione di munizioni sotto il programma Asap. Gli ultimi due punti del piano prevedono di mobilitare gli investimenti privati. La presidente della Banca europea degli investimenti, Nadia Calvino, oggi ha inviato una lettera ai governi per annunciare un cambio delle pratiche di prestito in modo da poter finanziare anche gli investimenti nell’equipaggiamento militare. Von der Leyen ha ribadito l’eterna promessa di realizzare l’Unione dei risparmi e degli investimenti. Diversi analisti sperano che la sequenza, alla fine, porterà a una svolta analoga a quella della pandemia. Durante il Covid, dopo la sospensione del Patto di stabilità e la creazione di Sure, Francia e Germania avevano proposto Next Generation Eu, aprendo la strada a un grande strumento di indebitamento comune.

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