Arresto per spaccio e sfruttamento della prostituzione: crolla un altro pezzo della nuova Milano da bere. Dal trash anni 80 di Wanna Marchi a quello nuovo di oggi
A furia di sciabolare le bottiglie son stati sciabolati loro. Con l’arresto di Davide Lacerenza per spaccio e sfruttamento della prostituzione se ne crolla un altro pezzo della Milano di questi anni. Dopo i guai della real coppia Ferragnez, adesso salta anche il suo simmetrico, perché in una immaginaria piramide milanese degli influencer al cui vertice stava la dinastia di City Life, all’ultimo posto era invece la vita smeralda di Davide e la sua “gintoneria”, sic, in zona Stazione centrale.
Una specie di enoteca-discoteca dove si “sciabolava” cioè si aprivano bottiglioni di champagne a tutta callara, con un colpo secco della carta di credito. Un rito tamarro della notte milanese, ripreso dalle stories instagrammatiche di Lacerenza, sessantenne abbronzatissimo, aria spiritata. “Da me vengono tutti, politici, giornalisti… Sono un mostro di potenza”, diceva alla “Zanzara”, ma tra quei divanetti si vedeva più spesso un’umanità smandrappata e modesta, studenti fuorisede, travet, cioè poi il trash, imitazione di locali più “su”. “La mia giornata? Mi alzo alle cinque di pomeriggio, vado a fare colazione in centro col Ferro (la Ferrari) 296, passo a salutare i follower in Montenapo. Vado a cena e verso le dieci, dieci e mezza, inizia lo show in Gintoneria. Arriva il nettare, cioè le fighette, c’è sempre figa in Gintoneria ”.
Adesso scompare anche il mondo di Lacerenza, una specie di “ombra” milanese (non come ombra de vin, alla veneziana, ma come zona oscura dell’attivismo diurno). Certo, nelle capitali o capoluoghi fattivi non son mai mancati i luoghi di svago serale, con le bevande e le signorine facili, oggi sex worker, e le sostanze, però Milano da qualche tempo registra un forte incremento della distrazione, club blasonati che a una cert’ora si riempiono di gran lavoratrici col business plan più antico del mondo. E non c’è niente di male, ovviamente, a parte i risvolti penali. Ma appunto la Milano sfavillante, degli hotel a sei stelle, dei personal shopper, delle week (nell’ultima storia pubblicata, Stefania Nobile dice: ho visto tante week, il fashion non è mai arrivato) poi ha il suo continuum serale. Contraddistinto da un kitsch notturno che si contrappone a quello diurno non meno tremendo nei locali sberluccicanti, le auto spesso solo noleggiate e gli orologi, i tatuaggi. In questo è come se Wanna Marchi, regina e pioniera del trash nostrano televisivo degli anni Ottanta, si fosse ricollegata quarant’anni dopo col nuovo trash internettiano. Lei con lo scioglipancia, lei con le celebri dirette, lei anche col suo doppio matrimonio finto (matrimonio di coppia, a Miami, la madre e la figlia Stefania Nobile, ieri arrestata pure lei, concordato e poi venduto a Novella 2.000). E poi col loro slogan ormai celebre “i coglioni vanno inculati” sono state delle precursore di un mondo etico ed estetico.
Oggi che abbiamo un presidente americano che festeggia coi Village People, che vuole costruire hotel su Gaza distrutta, e lo fa con un video in cui si proclama re e si fa una statua d’oro, che ha un sodale che gira con la motosega, il kitsch etico-estetico di Wanna Marchi è diventato globale (il mago do Nascimento, guaritore coi sali magici, se fossimo in America oggi lo farebbero ministro della Sanità). La nuova vicenda tocca tangenzialmente la Wanna nazionale – e ormai internazionale, dopo la serie Netflix e lo sbarco/esilio in Albania. Noi, confessiamo, la amiamo da sempre, da quando il trash era ancora materia rara, si trovava sul piccolo schermo delle televendite e non aveva invaso la realtà. Riappare in questo terzo atto, in stories improbabili con la figlia inseparabile Stefania Nobile, nella Lamborghini di turno, con improbabili mise griffatissime da sceicca, e il consueto frasario attivo-aggressivo, ma in un’intercettazione, in lacrime, pare che sapesse tutto e ne fosse addolorata. “Ha tirato fuori la droga davanti a tutti. Vi arresteranno”, pare abbia detto del genero. Intanto la notte milanese da qualche tempo è diventata disturbante. Ci sono pure le risse dei ragazzotti con scorte private che malmenano, come tanti don Rodrigo coi loro bravi manzoniani, sono i maranza di fascia alta, ce ne sono parecchi, ma non vanno nelle trasmissioni di Rete 4, non destano allarme sociale. Vedi i bodyguard e sodali di Fedez arrestati per il pestaggio del personal trainer Cristiano Iovino. Ma anche meno celebri che si muovono la notte, litigano per uno sguardo a una ragazza o più spesso per un tavolo già occupato nei locali che un tempo si definivano “della movida”. Sciabolate, sciabolate, qualcosa (non) resterà, vabbè.