Renzi: “Pronti a votare la legge sul nucleare. Meloni non cambi idea anche su questo”

L’ex premier apre al governo ma con prudenza: “Visti i precedenti, qualche dubbio c’è. La premier è una banderuola. Il caro bollette? Le risorse stanziate non bastano. I dazi di Trump rischiano di essere una mazzata incredibile per l’economia italiana. Lavorare con l’Europa o siamo spacciati”

La legge sul nucleare? “Se il provvedimento sarà fatto bene, siamo pronti a votarlo in Aula”. Sull’energia, sulla legge delega approvata dal Consiglio dei ministri, Matteo Renzi tende la mano al governo. Non è un’apertura incondizionata, e nemmeno scontata di questi tempi, per questo l’ex premier e leader di Italia viva si riserva di approfondire. “Siamo a favore del nucleare, da sempre. Ma visti i precedenti, qualche dubbio c’è”. A cosa si riferisce? “Noi – risponde al Foglio – non dimentichiamo che su questi temi la premier Giorgia Meloni è una banderuola”. (Montenegro segue nell’inserto XV)

Ieri mattina il Cdm ha varato, insieme a una serie di provvedimenti per alleggerire i costi impazziti delle bollette, il disegno di legge delega sul nucleare sostenibile. Prevede la definizione di un programma nazionale sul nucleare, per raggiungere gli obiettivi di neutralità carbonica entro il 2050. Permetterà di produrre “energia pulita, sicura e a basso costo”, ha detto la presidente del Consiglio Meloni. Mentre il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin ha assicurato che i primi reattori di nuova generazione potranno essere operativi, secondo gli analisti, “verso il 2030”.

Ora la palla passa al Parlamento, dove il governo spera di trovare un sostegno più ampio di quello della sola maggioranza. Negli ultimi tempi – dai centri per migranti in Albania ai casi Almasri e Paragon – Matteo Renzi ha cambiato passo, la sua opposizione si è fatta man mano più dura, ha alzato i toni e il livello dello scontro politico. Ha anche definito la Meloni “una vile”. Ma almeno sul nucleare, dice in questo colloquio con il Foglio, è pronto a fare la sua parte. “Siamo favorevoli – ripete – E’ una fonte di energia pulita e sicura”. Sul merito insomma ci siamo. Cosa invece non la non convince? “Non prendiamoci in giro. Riaprire il dibattito sul nucleare, in piena emergenza bollette, è la classica mossa da influencer”, risponde il senatore di Scandicci. Il suo timore è che, passato questo momento, la premier possa cambiare idea. “Sul Tap mi contestava in Puglia e meno male che abbiamo retto. In Abruzzo mi attaccava sulle trivelle. E’ successo anche sul petrolio in Basilicata, a Piombino con il rigassificatore. Stesso discorso per il termovalorizzatore, da Roma alla Toscana”, ricorda Renzi rivendicando le scelte e le battaglie portate avanti da presidente del Consiglio (e non solo). “Per avere energia – prosegue – serve un mix e invece Meloni ha sempre detto no a tutto. Ovunque. Comunque se ora ha cambiato idea, bene. Ma per pagare le bollette il mese prossimo servono risorse vere, non le poche stanziate oggi”. Secondo l’ex premier i tre miliardi messi in campo dal governo probabilmente non sono sufficienti e inoltre arrivano comunque in ritardo rispetto a una situazione che si trascina almeno da qualche mese. Renzi rincara quindi la dose: “Non si pagano le bollette con un disegno di legge sul nucleare, che se va bene arriva tra dieci anni”.

Anche perché, e di questo ne è convinto il leader di Italia viva – che ieri ha rilanciato il tema anche via social – nel frattempo sta per arrivare dagli Stati Uniti una nuova minaccia. I dazi al 25 per cento minacciati da Donald Trump, dice infine Renzi, rischiano di essere “una mazzata incredibile per l’economia italiana. Il sovranismo ci uccide”. In questo senso la risposta può essere una sola: “Lavorare insieme all’Europa, altrimenti l’Italia è spacciata”.



Di più su questi argomenti:

Leave a comment

Your email address will not be published.