Inizia la MotoGp e la coppia Ducati è pronta a scoppiare

Bagnaia e Márquez compagni, ma soprattutto avversari. L’anno scorso a Bagnaia non bastò vincere molte più gare del rivale. Quest’anno sa come fare per non lasciarsi sorprendere, ma Márquez è il peggior compagno che gli potessero mettere di fianco. Riusciranno a non litigare?

La domanda più gettonata nel Motomondiale che scatta in questo fine settimana in Thailandia è: quando scoppierà la coppia più bella del mondo? Fino a quando la Ducati riuscirà a gestire quel carico di nitroglicerina che si è messo nel serbatoio unendo sulla stessa moto Pecco Bagnaia e Marc Márquez? Undici titoli Mondiali in due, lo stesso obiettivo in questa stagione lunga 22 gare (più 22 sprint), ma caratteri decisamente differenti come possono esserlo un piemontese e un catalano, un ragazzo chiuso, ma sempre trasparente come Pecco, e uno godereccio, ma troppo spesso falso come Marc Márquez. Sulle qualità di guida dello spagnolo non ci sono dubbi, non ci potrebbero essere, parlando di un otto volte campione del mondo, con 88 vittorie e 267 gare. È uno dei migliori piloti dell’ultima generazione.

Se però parliamo dell’uomo, beh, restano tante riserve, legate soprattutto quello che fece per rovinare la vita a Valentino e favorire Lorenzo nel 2015. Márquez è il classico tipo che dice una cosa e ne fa un’altra. Diffidate delle sue dichiarazioni. Quando dice: “Se metti due galli nello stesso recinto quando hanno 20 o 25 anni, la situazione esploderà ma io ne ho 32 e Pecco 27 ed è un gentiluomo…”. Più credibile quando aggiunge: “Io mi sento pronto per vincere il campionato, ma ora devo dimostrare se sono o meno il miglior pilota della MotoGP”. Pecco è avvisato. Finora la loro coabitazione ha funzionato, anche perché hanno scoperto di avere molti più punti di contatto di quanto credevano nella messa a punto delle moto. ”Finora tra me e Marc ha regnato il rispetto”, assicura Pecco che prima di partire per la Thailandia, al suo club di Chivasso aveva detto: “Avrei preferito continuare con Bastianini come compagno di squadra, le cose, però, sono andate così… sicuramente la presenza di Márquez sarà molto più ingombrante. Ha vinto otto titoli mondiali e il fatto che quest’anno possa rivincerlo è uno stimolo a far meglio anche per me”.



Pecco è abituato a non correre sul velluto. Dopo il primo Mondiale gli hanno messo accanto Enea Bastianini, detto la Bestia, dopo il terzo gli hanno messo contro nelle squadre satellite Martín e Marquez. Quest’anno, provocando la fuga di Martín verso l’Aprilia, gli hanno portato direttamente in casa Marc Márquez. “Mi aspetto un lungo testa a testa con Marc – ha confermato in Thailandia – sappiamo quanto sia forte in gara e dobbiamo essere preparati, ma non credo che vedremo situazioni come in Argentina 2016 tra compagni di squadra”. Quella volta finì con i due ducatisti, Iannone e Dovizioso, fuori all’ultima curva. “Marc è tra i piloti più forti nella storia della MotoGp, era importante averlo nella nostra orbita – ha detto Gigi Dall’Igna – Lui ha rinunciato a tanto per venire in Ducati e questo conta molto, sul piano della determinazione, della volontà, della voglia di raggiungere un obiettivo che è sempre la cosa principale nello sport. La mentalità, l’approccio ai problemi sono determinanti. Veloci lo sono in tanti, campioni veri in pochi…”. Gigi Dall’Igna è il genio nella lampada della Ducati, l’ingegnere che ha realizzato le moto vincenti degli ultimi anni, ma anche l’uomo che deve gestire la squadra e i due piloti. È quello che era Ron Dennis all’epoca della coabitazione di Senna e Prost in McLaren, la coppia più esplosiva della storia dei motori. Come è finita lo sanno tutti. Ma vale la pena raccontare che all’inizio della storia tutti credevano di poter tenere sotto controllo la coppia… Un po’ come in Ducati oggi. Si augurano un grande duello, ma corretto, sportivo, leale. “Se pensassimo che è una persona problematica non lo avremmo preso. È chiaro che la sua storia in Italia è particolare, molto divisiva. Ma noi siamo orientati a parlare di futuro. Marc è un professionista di talento, capace di stare all’interno di una squadra. Ci aspettiamo che, come Pecco, in pista non farà sconti a nessuno, ma questo fa parte della dinamica di avere due supercampioni in squadra”, ci aveva detto a inizio anno Claudio Domenicali il ceo della Ducati.



La Desmosedici Gp riparte con lo stesso motore dello scorso anno (“Una scelta più conservativa che strategica, avevamo bisogno solo di un piccolo miglioramento e secondo me è arrivato”, ha spiegato Pecco), ma con un vantaggio sulla concorrenza che dovrebbe essere ancora importante anche perché l’assenza di Martín, il campione in carica, nelle prime gare, non giocherà a favore dell’Aprilia. Il doppio infortunio che lo ha fermato ai box è una brutta botta per Massimo Rivola che sognava di cominciare in un altro modo la stagione, ma che avrà comunque Bezzecchi su cui puntare. Le Ducati uguali in pista però saranno sei, le due del team ufficiale, le due del Team Gresini (Aledeguer e il giovane Márquez) e le due del Team VR 46 (Bastianini e Di Giannantonio), tanto che Pecco ha voluto dire: “La rivalità tra me e Marc sarà la chiave della stagione, ma ci saranno anche altri piloti come Bezzecchi, che è andato molto forte ai test, come i piloti Gresini e i piloti VR 46. Mi spiace molto per quello che è successo a Jorge Martín, tanta sfortuna racchiusa in così poco tempo è difficile anche da metabolizzare”. Difficile pensare che qualcuno possa togliere il titolo alla Ducati. Il sale lo metterà il duello tra Pecco e Márquez. L’anno scorso a Bagnaia non bastò vincere molte più gare del rivale, ha pagato qualche “buco” e le sprint del sabato. Quest’anno sa come fare per non lasciarsi sorprendere, ma Márquez è il peggior compagno che gli potessero mettere di fianco. Se dovesse vincere anche questa sfida non ci sarebbero più motivi per non considerarlo uno dei più grandi piloti italiani di tutti i tempi.

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