Nel film il neo-eletto presidente degli Stati Uniti ha la faccia rassicurante di Harrison Ford. Solo che a un certo punto diventa Red Hulk, un gigante dalla pelle rossiccia grosso e forzuto come il verde Hulk. Qualche somiglianza con Trump ce l’ha
I supereroi ogni tanto escono dallo schermo e raccontano qualcosa del mondo. Neanche il più distratto e disinteressato degli spettatori, ascoltando Spider-Man che diceva “da un grande potere derivano grandi responsabilità”, non ha pensato al crollo delle torri gemelle. Il film di Sam Raimi era stato girato prima del disastro: per farlo uscire al cinema dallo skyline di New York furono cancellate le torri (in una scena decisiva, Spider Man aveva teso tra i due grattacieli la sua ragnatela, imprigionando l’elicottero dei cattivi).
L’ultimo esemplare della specie – dopo l’acquisto in blocco della Marvel da parte della Disney, correva l’anno 2009 – è uscito il 12 febbraio scorso: “Captain America: Brave New World”. “Brave New World” è il titolo originale del romanzo di Aldous Huxley che racconta un futuro da incubo, tra eugenetica e controllo mentale (ed è usato ironicamente, il “mondo nuovo” annunciato da Miranda nella “Tempesta” di Shakespeare era bello e pieno di meravigliose creature).
Problema: nel film il neo-eletto presidente degli Stati Uniti ha la faccia rassicurante di Harrison Ford. Solo che a un certo punto diventa Red Hulk, un gigante dalla pelle rossiccia grosso e forzuto come il verde Hulk che conosciamo (entrambi condividono pantaloni strappati all’altezza del ginocchio tipo bermuda: logica vorrebbe che esplodessero in vita, ma il pudore non consente). Nel film la trasformazione è dovuta a un avvelenamento, nel fumetto no. Fa una certa differenza, soprattutto visto e considerato che nel film Red Hulk qualche somiglianza con Donald Trump ce l’ha. Un tono di fondotinta appena più rosso e sono identici.
E quindi, si chiede Stephen Bush sul Financial Times, che cosa è successo alla Disney? La Disney che negli anni 50 mise in cantiere il film d’animazione “La fattoria degli animali” dopo che i diritti erano stati comprati dalla CIA? L’agenzia era convinta che il cinema qualche buona idea la potesse diffondere, per esempio sull’Unione Sovietica. Quali altri cambiamenti sono stati fatti durante la lavorazione del film, che mostra evidenti segni di taglia e cuci? (se non altro perché dura due ore, e tutti gli altri film del Marvel Cinematic Universe erano parecchio più lunghi).
Magari gli storici del futuro, quando frugheranno negli archivi Disney, troveranno anche l’altra versione del film, immagina sempre Stephen Bush nel suo articolo sul Financial Times. Da distribuire se Kamala Harris avesse vinto le elezioni presidenziali.
Nel “nuovo ordine mondiale” di Captain America – altro titolo che circola, per gli spettatori non pratici di Aldous Huxley – l’unico difetto del presidente è un soprannome ridicolo come “Thunderbolt”: di cui nessuno sembra conoscere l’origine. La doppia versione non sarebbe neppure una novità. Se avesse vinto Al Gore, la serie satirica “That’s my Bush!” si sarebbe intitolata “That’s my Gore!”. Lo dicono Trey Parker e Matt Stone che l’hanno inventata, prima di mettere mano a “South Park”. Il potere è potere.