L’Europa e il suo esercito fantasma

Discorsi irrealistici e l’unica strada che si chiama Nato. Misurarsi con Trump

Il confronto che si sta svolgendo sul tipo di assistenza militare da fornire all’Ucraina per garantirne l’indipendenza, dopo la cessazione o almeno la tregua dell’attacco russo, ha aspetti paradossali. L’ipotesi di una azione solitaria dell’Unione europea, sostenuta da alcuni paesi, ha un difetto di fondo: parla di cose che non esistono. Una presenza militare implica l’esistenza di una forza militare europea, che non c’è, di un sistema di comando condiviso, che non c’è, il che richiederebbe di risolvere in poche settimane problemi che non si sono affrontati per anni e che, col meccanismo di decisione europeo sottoposto alla tagliola del diritto di veto di ogni stato membro, sembra impossibile siano risolti miracolosamente. E’ giusto porsi, finalmente, il problema, ma tenendo conto delle caratteristiche concrete: senza una forza nucleare condivisa peraltro una difesa europea risulta insufficiente, e non è chiaro se la Francia, unico paese dell’Ue che dispone di quegli ordigni, è disposta a condividerli.

Quello che si può fare è rafforzare, rapidamente e in modo robusto, il braccio europeo della Nato, l’unico organismo militare in grado di agire perché dotato di armamenti e di sistemi di comando sperimentati e reali. Anche per questo, oltre che per garantire un impegno americano sostegno dell’indipendenza dell’Ucraina, l’unica soluzione possibile è quella di un impegno in qualche modo della Nato. Naturalmente anche questa operazione presenta difficoltà che vanno affrontate rapidamente, in primo luogo l’ostilità russa a qualsiasi cosa che appaia come un allargamento della Nato. Il problema però è essenzialmente politico e richiede un confronto realistico tra l’insieme delle forze atlantiche e la Russia, che deve ovviamente tener conto delle, eccessive, aperture di Donald Trump alle pretese russe. La sicurezza europea non può prescindere dal ruolo dell’America, ma anche la sicurezza dell’America non può prescindere dall’Europa. E’ su questi dati di fatto che si può sviluppare un’azione politica, possibilmente coordinata.

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