Il manoscritto della “Lettera al padre” è definitivamente di proprietà pubblica

L’Archivio della letteratura tedesca l’ha acquistato grazie a un’ampia sottoscrizione di fondazioni pubbliche e di persone private. Un fatto che contraddice lo spettacolo globale di miliardi e miliardari

C’è una notizia che contraddice il ributtante spettacolo mondiale di miliardi e miliardari. Viene da Marbach-am-Neckar, la città del Baden-Württemberg in cui nacque Schiller, e che ospita l’Archivio della letteratura tedesca. Qui il manoscritto della “Lettera al padre” di Franz Kafka, che dal 1983 era in prestito dall’ultimo proprietario, l’editore Thomas Ganske, è stato acquistato dall’Archivio grazie a una vasta sottoscrizione di fondazioni pubbliche e di persone private. Ne è stata così assicurata definitivamente la proprietà pubblica. E’ un “quaderno in ottavo” ottimamente conservato, di 100 pagine. E’ attualmente esposto nella mostra “L’eco di Kafka”, aperta nel centenario della morte (3 giugno 1924) e prorogata fino al 22 giugno prossimo, al Museo cittadino della letteratura moderna.

Kafka scrisse la Lettera nel 1919. Il succo, bellissimo, si può riassumere così: Tu mi chiedi di dirti perché ho paura di te, ma io non te lo posso dire, perché ho paura di te. Giacomo Leopardi l’avrebbe invidiato. “Una volta, di notte, frignavo perché volevo un po’ d’acqua, certo non per sete, ma probabilmente in parte per farvi arrabbiare, in parte per divertirmi. Dopo che alcune severe minacce non erano servite a niente, mi prendesti dal letto, mi portasti sul ballatoio e mi ci lasciasti per un po’, in camicia da notte, davanti alla porta chiusa. … Per molti anni ancora patii pene strazianti all’idea che quel gigante, mio padre, l’istanza ultima, poteva venire quasi senza motivo e, di notte, portarmi dal letto sul ballatoio, e che quindi io per lui ero una tale nullità”.

Leopardi aveva scritto la sua Lettera al padre cent’anni prima, nel 1819. “È piaciuto al cielo per nostro gastigo che i soli giovani di questa città che avessero pensieri alquanto più che Recanatesi, toccassero a Lei per esercizio di pazienza, e che il solo padre che riguardasse questi figli come una disgrazia, toccasse a noi”.

Pubblicata solo nel 1952, la Lettera era passata da Max Brod ad altre mani, fino al mercato antiquario e a Ganske.

Né Leopardi né Kafka fecero leggere le lettere ai loro padri.

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