La formula “toxic masculinity” fu coniata negli anni Ottanta dallo psicologo Bliss. Poi, complice il Covid, tutto è diventato tossico: le relazioni, le narrazioni, le persone. Ora il concetto è approdato alle porte del Cremlino. È bene riesaminare la metafora
Dice Putin che Zelensky sta diventando una “figura tossica”. A volte le parole seguono vie davvero strane. Fu lo psicologo Shepherd Bliss, negli anni Ottanta, a coniare la formula toxic masculinity; ma quest’uso dell’aggettivo “tossico” dovette attraversare – volendo restare nel campo metaforico della medicina – una lunga incubazione prima che i suoi sintomi più vistosi si manifestassero all’epoca del caso Weinstein. Da allora – complice il Covid, che ci ha assuefatti alle immagini sanitarie – tutto è diventato “tossico”. Sono tossiche le relazioni e sono tossiche le narrazioni; sono tossiche le parole, gli stereotipi, i comportamenti; ma sono definiti tossici anche personaggi in carne e ossa (su tutti, Trump e Musk) e interi sistemi politici o economici (ho sentito più volte parlare, giuro, di “neoliberismo tossico”). Ora che la metafora è arrivata a bussare alle porte del Cremlino, direi che è il caso di esaminarla meglio. Quando definiamo “tossico” qualcosa che non ci va a genio, possiamo certo sbagliarci su quel qualcosa in particolare, ma diciamo una verità tutt’altro che banale sul contesto in cui viviamo: in un ambiente iperconnesso e simultaneo, il più insignificante dei virus può propagarsi voracemente e fare del mondo un gigantesco lazzaretto prima ancora che ce ne siamo accorti (non a caso la viralità è la grande metafora della comunicazione contemporanea). Questo ci induce a star sempre in allerta. Ma attenzione, perché alle spalle della “tossicità” s’intravede una regione metaforica più antica e più pericolosa: l’ossessione della purezza. L’intero spettro politico, da destra a sinistra, è impregnato di questa ossessione. Ed è appena il caso di ricordare che sotto il vessillo della purezza si compiono, da sempre, cacce alle streghe e pogrom, pulizie etniche e genocidi. La tossicità è una metafora tossica.