Nel giorno del terzo anniversario dell’invasione russa, il presidente francese incontra il capo della Casa Bianca per rafforzare il coinvolgimento degli Stati Uniti nel conflitto a Kyiv. Ma al di là delle belle parole nei confronti del presidente francese, Trump non ha mai seguito fino in fondo i suoi consigli
Parigi. “Il nostro obiettivo comune è costruire una pace solida e duratura in Ucraina”, e per garantirla serve un “forte” coinvolgimento americano. Nel giorno del terzo anniversario dell’invasione russa dell’Ucraina, il presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, è andato a Washington per incontrare Donald Trump e convincerlo a non abbandonare l’Europa e Kyiv, uscendo da una logica di negoziati esclusivi con la Russia di Vladimir Putin. “Questo è un momento molto importante per l’Europa”, ha sottolineato Macron durante una conferenza stampa nello Studio ovale prima di un bilaterale a porte chiuse. L’Ucraina “deve essere coinvolta” nei colloqui per porre fine alla guerra, ha aggiunto l’inquilino dell’Eliseo.
Davanti ai giornalisti, Trump ha dichiarato che il conflitto potrebbe terminare “entro le prossime settimane”, e che il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, verrà a Washington “questa settimana o la prossima” per concludere “l’accordo sulle terre rare”. “Siamo molto vicini”, ha precisato Trump, che ha spiegato di non potersi recare a Mosca il prossimo 9 maggio per il Giorno della vittoria contro il nazismo, perché è ancora “troppo presto” per andare in Russia. “Attenderò il momento opportuno”, ha sottolineato l’inquilino della Casa Bianca. Per la prima volta, ieri, Trump si è detto favorevole alla presenza di truppe europee di peacekeeping in Ucraina come garanzia di sicurezza, promettendo un sostegno americano. Uno dei punti più importanti per Francia e Regno Unito, e soprattutto per il primo ministro britannico, Keir Starmer (in visita a Washington giovedì), che ha subordinato la disponibilità di Londra all’invio di soldati a un sostegno concreto da parte degli Stati Uniti in termini di intelligence, sorveglianza, ricognizione e potenziale copertura aerea. “Le missioni di mantenimento della pace sarebbero una buona cosa, piuttosto che tutti questi morti”, ha dichiarato Trump, aggiungendo che “in un modo nell’altro” verrà fornito “un sostegno” da parte di Washington a queste operazioni e che Putin “accetterà” la presenza di peacekeeper europei in Ucraina. Macron ha affermato che la “dissuasione” deve essere una priorità per evitare di dover affrontare una nuova aggressione russa in futuro, e che l’Europa è “pronta a fornire garanzie di sicurezza all’Ucraina” attraverso “l’invio di truppe”. Interrogato da un giornalista sulle possibilità che l’Ucraina recuperi i territori persi a causa dell’invasione russa, mentre all’Assemblea generale Onu gli Stati Uniti votavano contro la risoluzione ucraina sostenuta dall’Ue sull’integrità territoriale di Kyiv, Trump ha risposto così: “Vedremo, è un negoziato appena iniziato. Molti territori sono già stati presi, vedremo cosa succederà, tutto ciò fa parte dei negoziati”.
“In un momento in cui l’Europa è fortemente indebolita e divisa, e dove nessuno leader domina la scena politica del continente, Macron cerca di presentarsi coma il portavoce dell’Ue e ha ragione a farlo, anche perché la Francia è la prima potenza militare dell’Ue”, dice al Foglio Romuald Sciora, specialista delle relazioni franco-americane e direttore dell’Observatoire politique et géostratégique des États-Unis dell’Iris (Institut de relations internationales et stratégique). “Macron, tuttavia, lo fa anche per ragioni interne, per risalire in termini di popolarità. Questo viaggio a Washington gli offre una grande visibilità”, sottolinea Sciora. “Ma va detta un’altra cosa. L’immagine del presidente francese che corre alla Casa Bianca serve anche a Trump per la sua narrazione e per questioni elettorali. Alle elezioni di metà mandato, il presidente americano vuole arrivare come l’‘imperatore dell’occidente’ che ha mantenuto la sua grande promessa di campagna in politica internazionale, quella di mettere fine alla guerra in Ucraina, dettando l’agenda agli europei”, aggiunge l’esperto. Tra Macron e Trump, “c’è una sincera simpatia”, prosegue Sciora, “e lo si è visto già durante il primo mandato del leader repubblicano, quando era venuto a Parigi per la tradizionale sfilata sugli Champs-Elysées del 14 luglio 2017 e aveva promesso di farne una simile negli Stati Uniti proprio sul modello francese, prima di rinunciarvi. Più volte Trump ha manifestato la sua stima per Macron, e ha accettato l’invito a partecipare di persona alla cerimonia di riapertura di Notre-Dame lo scorso dicembre. Ma al di là delle belle parole nei confronti del presidente francese, non ha mai seguito fino in fondo i consigli di Macron. Basti pensare agli Accordi sul clima di Parigi, da cui il presidente americano è uscito nuovamente lo scorso gennaio, come aveva fatto nell’estate 2017”. Secondo il direttore dell’Observatoire politique et géostratégique des États-Unis dell’Iris, “Trump sa bene che se la guerra continuasse ancora per mesi, fino al prossimo autunno o oltre, si parlerebbe di ‘fallimento’ sul dossier ucraino e potrebbe pagarne le conseguenze dal punto di vista elettorale”, spiega al Foglio Sciora. “Ma se riuscirà a ottenere un cessate-il-fuoco prima dell’estate, come credo accadrà, sarà agli occhi della popolazione americana, riprendo le sue parole, l’uomo che ha ‘evitato la terza guerra mondiale’, e tutte le colpe per quanto accaduto in Ucraina in questi tre anni verrebbero attribuite al suo predecessore, Joe Biden”. “In parallelo”, secondo Sciora, “Trump potrebbe mettere a segno anche un altro colpo diplomatico, quello di allontanare la Russia dal suo alleato cinese”.