L’offensiva del capo M5s sull’Ucraina in chiave anti dem si spiega anche con il possibile accordo trasversale sul ritorno delle preferenze
Giuseppe Conte lo ripete da giorni nelle riunioni riservate. Un po’ perché ne è sicuro, un po’ perché così, forse, pensa di galvanizzare i suoi contro il Pd: “I vertici di Forza Italia, di Fratelli d’Italia e del Pd si sono visti, hanno parlato di legge elettorale, la vogliono cambiare con le preferenze e poi portarci magari al voto anticipato. E’ un tranello, dobbiamo farci trovare pronti e con il coltello fra i denti”. Si spiega anche così l’escalation verbale del capo del M5s soprattutto sull’Ucraina, terreno di scontro con il Pd di Elly Schlein, imbarazzata e silente davanti alle bordate trumpiane del suo alleato
Del rapporto fra l’ex premier e l’attuale inquilino della Casa Bianca, molto si è scritto e detto in questi anni, al di là dell’ormai celebre “Giuseppi”. Un feeling personale scoppiato la prima volta che i due si conobbero a Charlevoix, in Canada, per il G7, nel giugno del 2018. In quell’occasione il neo capo del governo gialloverde, a trazione Salvini-Di Maio, si schierò con il presidente Usa per ammettere la Russia nel G8. Un’empatia, racconterà poi Conte una volta tornato a Palazzo Chigi, nata grazie anche a “discorsi da uomini” per rompere il ghiaccio. A distanza di quasi sette anni una certa affinità resiste ancora. Solo che questa volta Conte la usa per fini interni al centrosinistra dove ha collocato la creatura di Beppe Grillo sotto al cartello “progressisti indipendenti”. Indipendenti sicuramente dal Pd di cui Conte continua a non fidarsi, sperando di pescare nel bacino dem, sfruttando la guerra in Ucraina. Tanto che la supermedia dei sondaggi elaborata ieri da Youtrend per l’agenzia Agi non è passata inosservata nel quartier generale contiano: il Pd per la prima volta dopo tre mesi scenderebbe nei consensi sotto al 23 per cento, con il M5s stabile all’11,5, la metà esatta del partito di Schlein. Chiara Appendino, fra i più scettici sull’abbraccio con il Nazareno, risponde ai dem che criticano le lodi a Trump sull’Ucraina con un certo vigore: “Siete fuori strada. Il problema non siamo noi, siete voi e la vostra adesione cieca al partito trasversale della guerra. Voi insieme a Meloni avete contribuito ad alimentare il conflitto, a sottrarre soldi a sanità e scuola per comprare e inviare armi e a portare l’Europa al suicidio sostenendo una vittoria militare che mai sarebbe potuta esserci”. La mossa di Conte di annunciare la manifestazione contro il governo, che si terrà prima della settimana di Pasqua, è vissuta dalla minoranza riformista Pd, ma anche dalla maggioranza, come un’Opa ostile su quei temi che sono prioritari per il Nazareno e che il M5s vuole incrociare con quelli internazionali, a cominciare dalla guerra in Ucraina dove il Pd è più sensibile per le diverse sfumature al suo interno specie a Strasburgo. Su questi argomenti e sulla piattaforma della manifestazione l’ex premier vuole coinvolgere Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, coleader di Avs, anche loro poco entusiasti del cambio delle legge elettorale e del ritorno delle preferenze. “Un inciucio per farci male”, rivendicano dal M5s, sempre con l’elmetto ficcato in testa.