La borsa di Santanchè: “Auguri a Delmastro, nemmeno io mi dimetterò. I giornali? Carta straccia”

La ministra del Turismo a ruota libera: “Me ne frego del gossip, solo io conosco la qualità dei rapporti con le persone. Durerò tutta la legislatura”

Ormai non leggo i giornali, ma solo Novella 2000. Voi scrivete porcate”. Ministra Daniela Santanchè non faccia così. “Io non faccio interviste, sia chiaro”. Va bene, facciamo rassegna stampa: il Fatto scrive che lei regalò due borse Hermès risultate poi false a Francesca Pascale quando era la fidanzata di Silvio Berlusconi. “Di falso c’è l’articolo che lei mi sta citando: sporgerò l’ennesima querela”. E’ stato condannato il sottosegretario Andrea Delmastro a otto mesi, ma non si dimetterà, al contrario suo che potrebbe saltare davanti al rinvio a giudizio per truffa ai danni dello stato. “Ancoraaaaa?!”. Ancora. “A Delmastro faccio i miei auguri, e non commento altro.

E io non mi dimetto. Trovo inutile parlare con voi, come categoria, siete carta straccia. Ma vado avanti per la mia strada. E me ne frego”. Il giorno dopo la condanna di Delmastro – sottosegretario alla Giustizia di Fratelli d’Italia e generazione Atreju purissima quindi un turbomeloniano – la grammatica vuole solo una cosa: cercare la ministra del Turismo. “Delma” è stato blindato dalla premier, la “Santa” no, e continua a traballare sul suo tacco 12. Forte e fiera, incurante e sprezzante. Personaggio totale. Scriveva di lei Alessandro Giuli – ora ministro della Cultura – su questo giornale una decina di anni fa (era il 2013, per l’esattezza): “E’ la perfetta prosecuzione del berlusconismo con altri e più ipnotici mezzi… Le pitonesse cambiano molte pelli e Santanchè ha indossato anche quella infelice della destra con la bava alla bocca. Altre ne indosserà, ma l’incantamento (o il pallore) che produce nei suoi antagonisti radical-televisivi certifica che non si deve neppure pensarla come lei, per ammetterne la superiorità”.

Altri tempi, certo. Ormai la ministra non va più in tv, se non su “Report”, come protagonista di mille e una puntata sulle presunte diavolerie commesse da imprenditrice. “Martedì seguirà i lavori dell’Aula?”. Certo, ministra, si vota la sua mozione di sfiducia. “Ecco, vi avverto: venite tutti, ascolterete la mia verità, la mia versione. Il tempo è galantuomo e io ho la coscienza in ordine. Il gossip non mi interessa, al contrario della sua categoria”. Suvvia non è gossip: da Palazzo Chigi da settimane, anzi mesi, trapela freddezza nei suoi confronti, per non parlare dal suo partito, Fratelli d’Italia, che continua a non difenderla. “A me non interessa di chi crea queste notizie. Io conosco come sono i rapporti con le persone, io conosco le dinamiche interne. Esiste un mondo reale, il mio. E poi c’è il vostro, quello dei giornalisti, che inventa dalla mattina alla sera: ma un po’ di deontologia no?”. Martedì si voterà la mozione di sfiducia alla titolare del turismo. La maggioranza, in blocco, è pronta a respingerla per disciplina e vincolo di coalizione. Anche se al momento nessuno dentro FdI, Lega, Forza Italia e Noi moderati sta facendo la fila per esporsi nelle dichiarazioni di voto pro Santa. “Sono tutte notizie false, non mi interessano gli spifferi”, riprende la ministra. Guardi che la sfiducia, come lei saprà benissimo, arriva dal suo partito. Anzi c’è chi dice che Delmastro, condannato nell’esercizio della sua funzione dopo tre richieste di assoluzione, è contro; mentre lei, nei guai per il suo lavoro, è un’altra storia, anzi un’altra fattispecie. “Ma non mi interessa, non mi interessa nemmeno difendermi sui giornali, a questo punto. Non mi interessano le interviste: come ho detto in tutte le salse non mi dimetto. E non mi dimetterò. Lo ha capito?”. Arriverà a fine legislatura? “Certo”.


La ministra è così: “Né falco né colomba, Daniela Santanchè avvolge le sue prede televisive con l’implacabile sinuosità di una pitonessa”, scriveva ancora Giuli. Ieri in piena bufera “Hermès gate” alle fine si è difesa sui social bollando la storia di Francesca Pascale come una “fake news” e ha fatto annunciare che alla fine della prossima settimana, sicura di aver sfangato la mozione di fiducia, aprirà un’altra borsa. Non quella di Pascale, la borsa del turismo a Bari dal 26 al 28 febbraio.

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  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d’autore.

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