Lo show funebre di Hamas. Halevi: “Quanti occidentali complici dei barbari”

I terroristi hanno esposto quattro bare su un palco accanto al cimitero di Bani Suheila, dove secondo al Jazeera erano stati sepolti i corpi di altri ostaggi. “Occidente succube della loro propaganda” , dice l’intellettuale israelo-americano, autore di “Letters to My Palestinian Neighbor”, ed editorialista del New York Times

“Sarà un giorno molto difficile per Israele”, aveva detto il premier Benjamin Netanyahu. E con il suo nuovo show, Hamas gli ha risposto: “Nemmeno nella morte troverete pace”. I terroristi hanno esposto quattro bare su un palco accanto al cimitero di Bani Suheila, dove Israele ha scoperto un tunnel e dove, secondo al Jazeera, erano stati sepolti i corpi degli ostaggi Shiri Bibas, Kfir (rapito quando aveva nove mesi), Ariel e Oded Lifshitz, 84 anni. Il 7 ottobre dormivano nei loro letti e avrebbero festeggiato Simchat Torah, la festa dei bambini che conclude Sukkot. Su ogni bara, chiusa a chiave da Hamas, la foto di un ostaggio, Netanyahu raffigurato come un vampiro e un messaggio: “Data dell’arresto 7 ottobre 2023”. Poi un altro cartello: “Sono stati uccisi dalle bombe degli Stati Uniti”. Il messaggio è per gli occidentali: noi li abbiamo arrestati, voi li avete uccisi. I fratellini Bibas vanno ad aggiungersi ai 37 minori israeliani uccisi il 7 ottobre da Hamas.

I veicoli della Croce Rossa sono arrivati sul posto per prendere i corpi e portarli alle truppe israeliane. Un rabbino militare ha letto il kaddish, la tradizionale preghiera ebraica per i morti. Le truppe hanno sparato colpi cerimoniali in aria e un convoglio ha trasportato le bare oltre il confine passando accanto al kibbutz che i Bibas e Lifschitz chiamavano “casa” e dove un quarto dei suoi residenti è stato ucciso o rapito da Hamas. Il presidente israeliano, Isaac Herzog, ha scritto su X: “A nome dello stato di Israele, abbasso la testa e chiedo perdono”.

Sotto il palco di Gaza c’era anche Mohammed Abu Warda, il terrorista con il maggior numero di condanne per omicidio di israeliani tra quelli rilasciati nell’attuale accordo di cessate il fuoco con gli ostaggi e che avrebbe dovuto essere deportato in Egitto. Warda stava scontando 48 ergastoli per essere stato coinvolto in attentati terroristici, tra cui due attacchi all’autobus in cui morirono 44 persone. Dall’inizio della tregua il 19 gennaio, 19 ostaggi israeliani sono stati rilasciati dai terroristi in cambio di oltre 1.100 palestinesi usciti dalle carceri israeliane. Dopo il completamento della prima fase, a Gaza rimarranno 58 ostaggi, di cui 34, secondo Israele, sarebbero morti.

“Provo rabbia e dolore in maniera uguale” dice al Foglio Yossi Klein Halevi, intellettuale israelo-americano, autore di “Letters to My Palestinian Neighbor”, ricercatore allo Shalom Hartman Institute di Gerusalemme e columnist del New York Times. “Dolore, perché fra molti israeliani c’è un grande senso di colpa per non aver fatto di tutto per riportarli a casa, dal governo Netanyahu in giù. Rabbia perché abbiamo davanti un nemico barbarico, un nemico che non ha limiti morali. E’ allucinante che Hamas sia riuscito a condizionare l’opinione pubblica internazionale al punto che si trovi normale che ci fossero bambini o anziani in ostaggio. Non sono sorpreso che i terroristi commettano atrocità come il 7 ottobre, sono capaci di tutto. Noi israeliani conosciamo il nemico, gran parte del mondo sembra di no”.

Hamas è riuscito a penetrare la psiche occidentale. Basta vedere i messaggi lanciati dai palchi con gli ostaggi a Gaza, come il riferimento al “sionismo nazista” o l’accusa “uccisi dalle bombe americane”. “Hamas è stato molto abile nella sua propaganda, cruda al punto da imbarazzare la nostra intelligenza. La domanda è: perché l’occidente ci è cascato? E non voglio rispondere. La risposta devono darla le persone in Europa e America”.

Dalla Croce Rossa all’Onu, ci sono stati molti punti ciechi di questi show terribili. “Stiamo assistendo al collasso morale delle istituzioni internazionali, la Croce Rossa ma anche le Nazioni Unite con Unrwa, le ong dei diritti umani, tutto lo spettro umanitario che è complice di Hamas. Ci hanno accusato di aver affamato le persone a Gaza: ora vediamo come sono usciti alcuni ostaggi dai tunnel e che nessun civile di Gaza è mai stato sfinito come gli israeliani. C’è dunque una grande menzogna, in cui pezzi di occidente stanno partecipando allo show di Hamas e quindi anche all’alleanza genocida guidata dall’Iran, che è una minaccia non solo a Israele, ma anche all’Europa”.

Da Monaco a Villach, due attentati intanto hanno scosso ancora il Vecchio continente. “Molti europei hanno capito la minaccia e chi ancora non lo ha fatto forse non lo farà mai. Cos’altro gli serve per aprire gli occhi? Gli ebrei in Europa hanno vissuto con questa minaccia per anni ed è una combinazione di islam radicale, sinistra radicale e neonazisti. Queste sono le tre fonti della violenza in Europa. E minacciano anche le fondamenta della democrazia europea. Gli ebrei non hanno altra scelta che affrontarla e l’Europa ha pensato che fosse un problema solo degli ebrei. I governi aumentano la sicurezza ai siti ebraici in Europa, ma per l’Europa in generale è normale che le uniche case di preghiera che hanno bisogno di poliziotti armati siano le sinagoghe. La storia tuttavia ci dice che inizia con gli ebrei ma non finisce mai con gli ebrei. Spero che gli europei osservino bene gli ‘show’ con cui i terroristi di Hamas manifestano la loro cultura, perché sono una minaccia per tutti gli europei, non solo per gli ebrei”.

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  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.

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