Francesca Pascale: “Marina Berlusconi scenda in campo per svecchiare la Forza Italia dei Tajani, Gasparri e Barelli”

L’ex fidanzata di Silvio Berlusconi e attivista per i diritti Lgbt, dopo aver letto l’intervista del Foglio alla primogenita del Cav., spera in un cambio di passo del partito. “Se Marina si entrasse in politica io l’appoggerei attivamente. Facile adesso il plauso ai matrimoni omosessuali. Gasparri? Rifletta”

Roma. “Ora spero solo che Marina Berlusconi scenda in campo”, dice. Che scenda in campo come il padre? “Sì, Lei, o chi altri venga designato dalla famiglia Berlusconi per sostenere le sue idee, dovrà continuare quel che Silvio ha iniziato trent’anni fa. E che l’attuale dirigenza non è in grado di portare a termine”. Ossia? “Ossia il prodigio di un centrodestra al passo coi tempi”. Così ha pensato Francesca Pascale dopo aver letto l’intervista del Foglio a Marina Berlusconi. “Un toccasana. Una ventata d’aria fresca. E le dirò di più”. Prego. “Se Marina Berlusconi entrasse in politica, io sarei la prima a propormi, a impegnarmi attivamente per sostenerla”. Candidandosi? “Con Marina mi sentirei a casa, e mi dispiacerebbe se, come sinora è stato, non entrasse in politica. Anche se capisco che non sia un passo facile per lei”.

Ed ecco. Si sentirebbe comprensibilmente a casa l’ex fidanzata del Cav. (epoca Palazzo Grazioli), ex politica italiana (consigliere provinciale del Pdl in Campania), attuale attivista per i diritti Lgbt e vieppiù conclamato volto televisivo. Si sentirebbe a casa, in un futuro prossimo con Marina, quanto si sente straniata oggi con Antonio Tajani. Il reggente ovvero segretario nazionale di Forza Italia. Il ministro degli Esteri e vicepresidente del Consiglio. Lui che sovrintende al partito ma che “quando parla di diritti civili – dice Pascale – non è credibile”. Perché non è credibile? “Perché non ci crede nemmeno lui!”. Neanche quando parla di ius italiae o prende in braccio i bambini neri? “Sono idee che non atterrano, quelle di Tajani, perché sono dettate dall’abilità e dalla contingenza politica”. Si spieghi meglio. “Voglio dire: Tajani è semplicemente il coordinatore di un partito che non è suo. Quindi si limita magari a ripetere quello che il proprietario di quel partito ritiene giusto. Ma ecco, così non funziona, perché poi tutto si esaurisce a parole. Lui non ha una visione liberale, bensì conservatrice”. Cosa non funziona secondo lei? “La dirigenza sta fallendo da troppi anni. Non ha un progetto. Non ha visione del futuro. Non confida sinceramente nelle idee di Marina. Che poi sono le stesse di Silvio”. Pari pari? “Sono le stesse”. Sull’Occidente e sul libero mercato non c’è da dubitare. Ma anche sui diritti civili? “Non è che prima fosse diverso. Semplicemente erano diverse le parole, di Silvio. Che aveva ben chiaro il rispetto dell’altro e il fatto che la società per sua natura cambia. Quando si doveva votare su questi temi diceva sempre: ‘libertà di coscienza’. Tra Marina e Silvio cambia la forma, ma non la sostanza”.

E dunque si procede di padre in figlia, con la figlia generata, della stessa sostanza del padre. “Marina ha ereditato la sua forza dal padre, è vero. Ora mi auguro che Forza Italia metta in piedi un congresso per scegliere figure nuove. Anche perché è un partito fatto di anziani che per una questione banalmente anagrafica non possono scrivere il futuro. Detto questo, se fosse lei a scendere in campo non ci sarebbe più partita per nessuno. Né per l’estrema destra né per la sinistra capace solo d’importare dottrine sterili come il woke”. Quando dice che il partito va svecchiato, a chi pensa? “Ai tanti incollati alla poltrona”. E chi sono? “In primis Maurizio Gasparri. Chissà cos’ha pensato, Gasparri, delle dichiarazioni di Marina…”. Secondo lei? “Non lo so. Ma dovrebbe porsi delle domande, e riflettere sul fatto che le sue teorie stridono con il mondo contemporaneo e con il progresso”.

“Tajani, Gasparri, Barelli: tutti questi signori – prosegue ora Pascale – hanno raggiunto degli obiettivi. Hanno poi tentato di andare oltre. E non ci sono riusciti. Perciò mi pongo una domanda”. Che domanda si pone? “Se l’obiettivo era quello di arrivare al 20 per cento, e sinora non ci sono arrivati neppure lontanamente, come sperano di farcela perseverando in vecchi schemi? L’unica vera speranza è che si mettano in pratica le idee di Marina. Tutti gli altri, da Tajani al capogruppo alla Camera Paolo Barelli, sono spettatori inerti”. Addirittura. “Non ho nulla, personalmente, contro nessuno. Né contro Gasparri né contro la dirigenza né contro il capogruppo. Dico solo che molti, a differenza di lei, non fanno che badare alla propria partita personale, mentre Forza Italia ha bisogno della guida liberale dei Berlusconi”. Tuttavia, Pascale, non sono pochi i senatori e deputati di FI che hanno sottoscritto le dichiarazioni di Marina. Da Licia Ronzulli a Giorgio Mulè. “Me ne compiaccio. Spero solo non sia una captatio benevolantiae, ma tanto non funzionerebbe. Ho letto che Barelli ha detto che Marina Berlusconi sarebbe la benvenuta in Forza Italia. Forse non ha capito che sarebbe lui il benvenuto. Perché il partito è di Berlusconi. Oggi poi è facile il plauso ai matrimoni omosessuali. Ma per tanto tempo si è voltata la faccia, facendo finta di non vedere, di non sentire, o appoggiando i diritti Lgbt solo a metà. Per me è stato un respiro di sollievo leggere quelle parole. Ma mi domando se per altri non sia solo convenienza”.

Leave a comment

Your email address will not be published.