Gettito record grazie anche agli strumenti che la destra voleva eliminare come le misure di contrasto al fenomeno delle partite Iva aperte e chiuse a strettissimo giro, di cui la premier Giorgia Meloni si è assunta il merito. Le scelte prese anni fa hanno portato più efficienza nell’amministrazione tributaria
I buoni risultati nell’individuazione di somme evase al fisco e sul loro recupero sono indiscutibili. La crescita nel 2024 rispetto all’anno precedente è stata la maggiore da sempre, con 2 miliardi in più e un totale di 33, 4 miliardi, il grosso, 26,3 miliardi, da recuperi erariali e una parte minore, 3,5 miliardi, da rottamazione ed effetti di precedenti facilitazioni (e poi ci sono 7,1 miliardi dal recupero di altre imposte). La parte del leone, insomma, la fa l’attività di accertamento e recupero e si tratta certamente di effetti di lungo periodo di misure prese anni fa, dalla fatturazione elettronica alla diminuzione graduale del contante, dalla maggiore tracciabilità dei pagamenti agli incroci tra banche dati.
Ci sono poi anche misure recentissime, come il contrasto al fenomeno delle partite Iva aperte e chiuse a strettissimo giro. Giorgia Meloni si è assunta il merito di questi risultati citando solo l’ultima misura, attribuibile in pieno al suo governo, ma è corretto ampliare il suo ragionamento e riconoscere anche come scelte prese ormai anni fa abbiano portato più efficienza nell’amministrazione tributaria. Certo, si è trattato di scelte contrastate quasi in toto dai partiti del centrodestra sia quando partecipavano e maggioranze con varie colorazioni sia quando hanno potuto governare con le loro forze (quante volte il centrodestra ha detto che la tecnologia, per il contribuente, era come un grande fratello, brutto, sporco e pericoloso?). Chi se ne importa della coerenza, figuriamoci, però potrebbe essere utile una riflessione di quei partiti per inserire nello slogan “fisco amico” anche l’esperienza passata, ragionando in modo aperto su tracciabilità e dati. Con lo stesso realismo e la stessa concretezza che è alla base della proposta, per ora più leghista che dell’intera maggioranza, con cui si vuole ragionevolmente allungare la durata dei rimborsi per chi ha aderito alla rottamazione, facendo in modo che il pagamento del pregresso non impedisca ai contribuenti di adempiere anche al corrente.