Rizzetto (FdI): “Sintonia con la Cisl. Sbarra può dare un contributo alla politica”. Landini all’attacco

Il presidente della commissione Lavoro: “La Cisl non è il sindacato di destra. Ma con loro andiamo d’accordo. La legge sulla partecipazione ha aiutato. Landini? Porte aperte”. Intanto la Cgil apre la campagna referendario da Bologna. Il segretario risponde alla premier: “Io tossico? Mai stato meglio. Senza conflitto non c’è democrazia”,

Onorevole, se la Cisl è il vostro sindacato la Cgil cosa rappresenta? “Per quanto mi riguarda tutti i sindacati dovrebbero essere il meno politicizzati possibile. Dopodiché se qualsiasi sindacato fa delle proposte serie, sostenibili e virtuose noi siamo al loro fianco. La legge sulla partecipazione è stato uno di questi casi”. Walter Rizzetto, deputato di Fratelli d’Italia e presidente della commissione Lavoro usa la diplomazia. Mentre risponde al Foglio va in scena l’assemblea generale della Cgil di Maurizio Landini. Con lui i rapporti non sono esattamente idilliaci, a differenza di quanto accade con la Cisl. “Non abbiamo pregiudizi e le porte sono sempre aperte per tutti. Ma certo non nego che in questi mesi, anche alla luce delle 400 mila firme raccolte dalla Cisl sul tema della partecipazione dei lavoratori, ci siamo trovati molto d’accordo con loro. Ci sono state interlocuzioni serie e costanti. Anche perché si tratta di una iniziativa che va a realizzare un aspetto incompiuto della Costituzione, oltre a essere un tema storico della destra italiana, di cui si parla da molti anni”.

Con Luigi Sbarra insomma, l’ormai ex segretario del sindacato di ispirazione cattolica, vi trovate bene. “Non sono mancate le discussioni, anche importanti, come ha ricordato la premier Giorgia Meloni nel suo intervento proprio alla Cisl. Perché non si partiva esattamente dalle stesse posizioni. Poi, anche grazie a quella legge sulla partecipazione, sono emerse sensibilità comuni su certi aspetti. E abbiamo trovato una direzione sindacale che ha cercato di fare sintesi con l’azione di governo. Ma questo non vuol dire che adesso la Cisl è diventata un sindacato di destra”. Guardando gli ultimi passaggi, tuttavia, è impossibile non notare una certa comunanza di vedute tra Meloni e il sindacato d’ispirazione cattolica, e ancor di più con l’ormai ex segretario Luigi Sbarra. “Io credo che Sbarra abbia ricoperto egregiamente questo ruolo e che nei prossimi tempi continuerà a impegnarsi a livello sindacale. Personalità di questo tipo possono essere una risorsa per tutta la politica, e non soltanto un partito”.

Insomma i colleghi di Forza Italia possono stare tranquilli? Non gli state “scippando” il segretario, non sarà Sbarra il prossimo ministro (meloniano) del Lavoro? “Possono stare tranquillissimi – sorride Rizzetto – non abbiamo intenzione di ‘scippare’ nulla a nessuno. E prima di parlare di nomi c’è una legislatura da portare a termine”. Nel frattempo però qualche risultato politico è arrivato. Durante il mandato di Sbarra, un po’ alla volta, si è rotta l’unità dei sindacati. Per la maggioranza e per il governo può essere un vantaggio. “Più che per noi – conclude Rizzetto – è un vantaggio per la pluralità dei sindacati. Quando c’è dibattito, anche da posizioni differenti, a beneficiarne prima di tutto è la vitalità degli stessi sindacati, non un partito o un governo”.

Il deputato meloniano forse non ha tutti i torti. Almeno a giudicare dalle parole, decisamente combattive, che nel frattempo arrivano dall’assemblea della Cgil, quella che dal Paladozza di Bologna apre la campagna referendaria. “Ieri sera sentendo i tg ho scoperto che sono tossico, ma io non sono mai stato così bene”, ha attaccato infatti Landini, rispondendo alla premier Meloni che aveva parlato di visione tossica del conflitto da parte del leader della Cgil. “Senza il conflitto democratico non ci sarebbe la democrazia. Capisco che è un ragionamento complesso, ma noi – è il messaggio di Landini al governo – siamo gente che ha pazienza e che non ha nessuna intenzione di fermarsi o impressionarsi”.

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