Il ministro stretto tra le pretese sulla rottamazione del suo capo politico Salvini e l’economia che rallenta si presenta al Senato promettendo un intervento sui prezzi dell’energia che pesano sulle tasche dei cittadini
Per il caro bollette annuncia: “Ci sarà un provvedimento nelle prossime settimane”, sulla rottamazione delle cartelle esattoriale che Matteo Salvini in modalità congressuale pretende dal lui garantisce “lavoro sempre sulle coperture di ogni tipo”, mentre sull’economia riconosce “ci sono elementi di preoccupazione rispetto alle nuove dinamiche che assume l’amministrazione americana e le risposte o le non risposte che a livello europeo si stanno studiando”. Che fatica per Mr. Giorgetti. Sono giorni complicati per l’uomo dei conti del governo, stretto tra le pretese del capo del suo partito, i vincoli di bilancio cari alla sua presidente del Consiglio Giorgia Meloni e una situazione economica internazionale e interna che comincia a farsi fosca. “Nelle chat di Fratelli d’Italia, signor ministro, lei è considerato un lecchino dalla premier, io non la penso come lei e penso possa darci una risposta seria”, lo insolentisce Renzi in Senato durante il Question time. “Mi dispiace senatore Renzi che proprio lei si diverta a fare lo spione dedicando attenzione a chat pubblicate abusivamente”, risponde lui in punta di fioretto.
Ma intanto l’ex presidente del Consiglio è stato il primo a capire che oggi è il momento di battere sull’economia per mettere in difficoltà il governo. La produzione industriale è in calo da 23 mesi, il Pil nell’ultimo trimestre del 2024 ristagna, lasciando la crescita dell’anno passato dimezzata allo 0,5 per cento rispetto all’1 per cento previsto, i salari non crescono e i prezzi dell’energia salgono, vanificando in parte lo sforzo messo in campo dal governo per ridurre, attraverso l’accorpamento delle aliquote Irpef e la decontribuzione, le imposte dei ceti medio bassi. Tutto il pacchetto viene condensato e usato come una clava da Renzi per inchiodare il ministro dell’Economia a una situazione che comincia a non girare. Qualche ora prima al Transatlantico della Camera, riunita in seduta comune per l’elezione dei giudici costituzionali, Renzi, comiziando con i giornalisti, preannunciava: “Bisogna mettere nel mirino Meloni, la premier che scappa, sulle cose concrete che non vanno. Sono tante, sono sempre di più. Oggi ne facciamo notare un po’ sull’economia a Giorgetti”.
Detto, fatto. Alle 15 va in onda lo “scontro Southampton”, la squadra di calcio inglese che sta nel cuore del titolare di Via XX settembre e oggi è ultima in Premier league. Dice Renzi: “La verità è che noi rischiamo di fare la fine del suo Southampton. Ce la diamo una scossa, o continuiamo a disinteressarci dei problemi della povera gente perché tanto i mercati non ci puniscono?”. Scontata la riposta del ministro: “La situazione del Southampton ricorda quella dell’Italia di qualche anno fa, da cui è uscita anche grazie ai comportamenti di questo governo”. Il ministro fa riferimento in particolare alle finanze pubbliche, dove garantisce: “Tra qualche settimana ci saranno sorprese positive”. E però dal Pd, la senatrice Claudia Tajani, lo accusa: “L’alleggerimento per i conti pubblici deriverebbe in parte dal fiscal drag, il drenaggio fiscale, dovuto all’inflazione che che in tre anni ha portato 25 miliardi in più nelle casse dello stato “sulle spalle di lavoratori e pensionati”.
Il ministro sguscia la domanda, ricorda gli sforzi del governo per rendere strutturale la riduzione da tre a quattro aliquote Irpef e promette un provvedimento sulle bollette proprio per evitare nuovi rincari ai cittadini. Non entra nei dettagli, ma ammette che è necessario perché altrimenti: “Il governo fa un grande sforzo per dare più soldi in busta paga ai lavoratori dipendenti con reddito medio-basso, ma poi l’aumento dei prezzi delle bollette se lo divora”. Sicuramente riesce a fare contento Carlo Calenda: “Finalmente, sono settimane che il governo ha una nostra proposta, diamoci una mossa”. Poi, sempre sul caro energia, tira anche una stoccata che non si capisce però se anticipi un qualche cambiamento normativo: “Serve fare un’onesta riflessione su cosa abbia significato il passaggio al libero mercato per gli utenti del mercato domestico dell’elettricità”. E’ un boomerang. Dalle opposizioni si desta anche la segretaria del Pd Elly Schlein: “Ben svegliato ministro. Solo oggi vi accorgete che smantellare il mercato tutelato ha avuto effetti dannosi sui consumatori?”.