Il caso Arcuri è morale, non penale

L’ex commissario straordinario per l’emergenza Covid è stato prosciolto dal tribunale di Roma “perché il fatto non è più previsto dalla legge come reato”. Niente abuso d’ufficio, niente processo, niente capri espiatori e nessuno scandalo

L’ex commissario straordinario per l’emergenza Covid, Domenico Arcuri, è stato prosciolto dal tribunale di Roma “perché il fatto non è più previsto dalla legge come reato”. Al suo caso è stata applicata la nuova norma che ha cancellato il reato di abuso d’ufficio, nonostante egli stesso avesse chiesto, anche prima dell’approvazione della nuova legge, il rito abbreviato per essere giudicato nel merito. Naturalmente i manettari di professione protesteranno, invece questo è un esempio di quanto sia stato giusto introdurre questa norma a salvaguardia di chi compie atti amministrativi, il che ovviamente può prevedere errori, soprattutto se giudicati col senno di poi.

Arcuri si è trovato a dover fronteggiare un’emergenza catastrofica, le cui cause erano sostanzialmente ignote, senza poter far tesoro di esperienze altrui perché, com’è noto, l’Italia è stata colpita per prima, dopo la Cina, dalla pandemia. Le misure che ha adottato non sono state tutte e del tutto appropriate? Può darsi, in qualche caso è andata così, ma è troppo facile accorgersene dopo. Arcuri si è battuto per ottenere un’assoluzione nel merito, ma un reato così vago come l’abuso d’ufficio può essere stiracchiato fino a comprendere gli errori commessi in buona fede. Peraltro anche chiedere a un magistrato di decidere cosa avrebbe dovuto fare e cosa no un commissario che deve affrontare una situazione così complessa significa ritenere che sia in grado di valutare una serie amplissima di dati e di condizioni. Evitare agli amministratori di finire nel tritacarne di procedure interminabili e agli stessi giudici di doversi mettere impropriamente nelle vesti degli amministratori per decidere quale sarebbe stato il comportamento idoneo è stata una scelta giustissima.

Solo chi pensa che di fronte a catastrofi dolorose bisogna sempre trovare un “responsabile”, cioè un capro espiatorio può pensare che Arcuri avrebbe dovuto subire una condanna. Gli errori ci sono stati, ovvio, ne abbiamo dato conto anche su questo giornale. Ma non tutto quello che riguarda la sfera della morale deve necessariamente essere tradotto con la chiave del codice penale.

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