Storici autorevoli sostengono, appoggiandosi a una importante mole di materiali, che Lincoln avesse rapporti sessuali con diversi uomini. La comunità queer esulta. Ma chissà perché c’è qualcuno che grida alla lesa maestà
Il 1° gennaio 1841, Abraham Lincoln, allora rappresentante al Congresso dell’Illinois, lesse nel giornale locale una notizia che lo fece trasalire. Joshua Speed, il commerciante con il quale da anni divideva l’appartamento a Springfield, la capitale dello stato, stava vendendo il suo emporio per tornare in Kentucky, dov’era nato e viveva la sua famiglia.
Lincoln, che il mese precedente aveva rotto il suo fidanzamento con Mary Todd, la donna che poi avrebbe eventualmente finito per sposare, non era stato informato dal coinquilino dell’intenzione di trasferirsi. Quando lo apprese, entrò in una fase di depressione talmente profonda da far temere ad amici e conoscenti che volesse suicidarsi. Da quel momento e per il resto della sua vita, il futuro presidente degli Stati Uniti si sarebbe riferito a quel giorno come al “fatale primo gennaio”. “Sono l’uomo più infelice del mondo – scrisse in una lettera – se quello che provo fosse egualmente diviso fra tutti gli esseri viventi, nessuno proverebbe gioia sulla faccia della terra”. La ragione di quella disperazione? La storica Jean H. Baker, autrice di una biografia di Mary Todd, non ha dubbi: “Il suo grande amore stava andando via”.
Già nel 1926, nella biografia a lungo considerata di riferimento, lo studioso Carl Sandburg ragionava sull’amicizia con Joshua Speed
La sessualità di colui che viene considerato il più grande presidente americano, in carica dal marzo 1861 all’aprile del 1865 quando venne assassinato dai colpi sparati da John Wilkes Booth, è da anni oggetto di intenso dibattito nei circoli accademici degli Stati Uniti. Ad alimentarla, un cospicuo numero di lettere scritte proprio a Speed, che hanno avuto interpretazioni diverse e conflittuali. Ora però, un nuovo docufilm, in uscita nei cinema americani il 6 settembre, rilancia esplicitamente la tesi a lungo rimasta sottotraccia che Abraham Lincoln fosse gay.
In “Lover of Men: The Untold History of Abraham Lincoln”, diretto da Shaun Peterson e prodotto dall’imprenditore Robert Roseneck, una dozzina di studiosi e storici autorevoli sostengono, appoggiandosi a una importante mole di materiali, che Lincoln avesse rapporti sessuali con diversi uomini. “Non stiamo cercando di danneggiarne o infangarne la reputazione”, spiega Thomas Balcerski, docente presso la Eastern Connecticut State University. “Al contrario, stiamo allargando la conoscenza storica del personaggio, completandola sulla base di interpretazioni che sono circolate per decenni e che ora finalmente vengono fuori”.
E’ un fatto che già nel 2005 lo scrittore Gore Vidal si occupasse del tema in un celebre articolo pubblicato su Vanity Fair: “Was Lincoln Bisexual?”, dove recensiva un libro dello psicologo C. A. Tripp dal titolo “The Intimate World of Abraham Lincoln”. Ma non fu Vidal il primo a ipotizzare che il rapporto con Speed andasse ben oltre la condivisione dell’appartamento, pratica fra l’altro molto comune all’epoca tra uomini scapoli. Già nel 1926, nella biografia a lungo considerata di riferimento, “The Prairie Years”, lo studioso Carl Sandburg insinuava che “l’amicizia di Lincoln con Joshua Speed lasciava un profumo di lavanda e un alone di violette di maggio”.
Nel 2008 poi, un professore di storia letteraria ad Harvard, John Stauffer, venne duramente criticato nel mondo accademico. Aveva suggerito che Lincoln e Speed ebbero rapporti sessuali nel suo libro “Giants”, dove ricostruiva le vite parallele del presidente che abolì la schiavitù e di Frederick Douglass, l’ex schiavo e autodidatta che divenne campione dell’abolizionismo e del diritto di voto per le donne e che dopo la Guerra civile ricoprì anche importanti incarichi politici. “In pratica – spiega Stauffer che ha contribuito al documentario – tutti o quasi vedono Lincoln come un’icona americana, una figura quasi sacra, e se qualcuno che nutre pregiudizi verso la comunità lgbt legge un libro nel quale si afferma che fosse gay, si irrita. Herman Melville e Walt Whitman sono stati da tempo accettati come tali. Lincoln è un’altra cosa”.
“Lover of Men”, di cui è già possibile vedere il trailer, va oltre la relazione considerata centrale di Lincoln con Joshua Speed e mette a fuoco anche i suoi rapporti con altri tre uomini dall’età di vent’anni fino alla presidenza. Il primo fu William Green, detto “Slick Bill”, che Lincoln aveva assunto nell’emporio di New Salem, nell’Illinois, e poi diventò imprenditore di successo: Lincoln e Green rimasero amici per tutta la vita, nonostante quest’ultimo fosse democratico. Un altro di questi uomini fu Elmer Ellsworth, ufficiale dell’esercito che aveva lavorato anche nello studio legale di Lincoln, prima di diventare nel 1860 uno dei suoi più attivi sostenitori alla Casa Bianca, dove abitò per un periodo dopo l’elezione. Fu Lincoln a raccomandarlo per intraprendere la carriera militare, che gli sarebbe stata preclusa perché non aveva fatto studi accademici, ma dove arrivò al grado di colonnello e si distinse durante la Guerra civile. Ellsworth morì assassinato per mano di un sudista nel 1861: all’omicidio assistette un giornalista del New York Times e la notizia si diffuse subito in tutto il paese. Nell’apprenderla Lincoln scoppiò a piangere, proclamò il lutto nazionale e fece esporre la bara dell’amico alla Casa Bianca. Un altro dei “first friend” di Lincoln fu la sua guardia del corpo durante la Guerra di secessione, il capitano David Derickson, così vicino al presidente che come vedremo più volte questi gli prestò le sue camicie da notte per dormire.
Abraham Lincoln non è il primo presidente degli Stati Uniti a essere oggetto di speculazioni quanto alle preferenze sessuali. Uno di questi fu il suo predecessore, James Buchanan, in carica dal 1857 al 1861, scapolo a vita, del quale si è sempre vociferato di un rapporto molto intimo con il suo vicepresidente, William Rufus King, con il quale aveva convissuto per più di un decennio. Al punto che nel pettegolezzo di Washington dell’epoca li chiamavano rispettivamente “Miss Nancy” e “Aunt Fancy”. Più vicino a noi, il “first friend” di Lyndon Johnson fu il suo vecchio sodale Walter Jenkins, che fungeva da “chief of staff” di fatto. Ma un’ombra si allungò sul presidente, quando nel 1964 Jenkins venne arrestato a Washington dopo essere stato colto in una toilette del Ymca, l’associazione dei giovani cristiani, mentre faceva sesso orale con un uomo. Johnson disse di non sapere nulla della vita personale di Jenkins, che pure era la sua ombra. I suoi oppositori approfittarono dell’occasione. “Fino in fondo con Johnson – diceva un famoso adesivo – ma non avvicinatevi allo Ymca” – ma il presidente venne lo stesso eletto a valanga.
Uno degli argomenti degli scettici è che nell’800 le abitudini di vita degli uomini erano molto diverse. “Nessuno sorvegliava la sfera intima”
In “Lover of Men”, il regista e gli storici che lo hanno aiutato non pretendono di aver alcuna prova esplicita del fatto che Lincoln ha avuto con questi uomini rapporti sessuali. Ma esplorando i loro legami da molti punti di vista, non ultimo storici e sociali, presentano la loro tesi in modo convincente. Uno degli argomenti degli scettici è che nell’Ottocento le abitudini di vita, soprattutto per gli uomini, erano molto diverse. Accadeva di frequente, per esempio, che i single condividessero una casa e spesso dormissero per ragioni di risparmio nello stesso letto. Ma proprio questa pratica, argomentano gli storici del documentario, ha impedito di esplorare più approfonditamente la natura dei rapporti che tali condizioni di vita implicavano. “I costumi sessuali dell’epoca erano complicati – spiega Balcerski – i rapporti sentimentali pubblici tra uomini erano proibiti, ma in privato era un’altra cosa e nessuno veramente sorvegliava la sfera più intima”.
Con “Slick Bill” Green, Lincoln condivise a lungo un lettino, quando aveva poco più di vent’anni (l’altro ne aveva tre di meno). Sulla base di lettere e memorie che ha consultato alla Biblioteca del Congresso, il regista Peterson rivela che al tempo famigliari e amici del futuro presidente notassero lo scarso interesse del giovane Abraham per le donne. “Non mi sembra particolarmente attratto dalle ragazze”, scrisse di lui in una lettera a un amico la madre adottiva Sarah Bush Lincoln. Secondo Balcerski, con Green “c’era sicuramente l’opzione di non dormire nello stesso lettino, ma Lincoln scelse così”. “Le sue cosce erano il massimo della perfezione per un essere umano”, scrisse Green in una nota personale, citata nel libro di C. A. Tripp. “Non ci possono essere dubbi: Abe Lincoln era gay”, conclude lo storico Scott Thompson della Tufts University.
L’indizio più forte in tal senso è la sua convivenza con Speed nell’appartamento di Springfield, dove Lincoln era arrivato praticamente senza un solo dollaro in tasca. “In apparenza era la sola cosa che si potesse permettere – dice Stauffer – in realtà visse con lui per quattro anni, cioè molto più a lungo di quanto le sue condizioni finanziarie avrebbero imposto. Da un certo momento in poi entrambi si sarebbero potuti permettere di vivere autonomamente, ma non lo fecero”. Il film si sofferma sulle lettere di Lincoln a Speed, spesso chiuse da un “tuo per sempre”, parole che il futuro presidente non spese mai per Mary Todd. “Con nessun altro Lincoln apre il suo cuore come con Speed”, dice nel film lo storico Michael Chesson. Anche dopo la separazione del “fatale primo gennaio” i due rimasero in contatto, nonostante Lincoln si fidanzasse di nuovo con la Todd e Speed si sposasse. Quando quest’ultimo comunicò all’amico per lettera la notizia di aver consumato con successo il proprio matrimonio, Lincoln rimase in stato di choc e fu preso da un tremore incontrollato per oltre dieci ore, o almeno così egli stesso descrisse il suo stato nella risposta a Speed.
Non tutti condividono in pieno le conclusioni del documentario. Intervistato in video da Peterson, lo psicoanalista Charles Strozier, che nel 2016 ha dedicato un libro alla storia tra Lincoln e Speed (“Your Friend Forever, A. Lincoln: The Enduring Friendship of Abraham Lincoln and Joshua Speed”) sostiene di non aver cambiato idea: “Ebbero sicuramente una storia d’amore ma non ebbero rapporti sessuali”.
Alternandole alle interviste, il film propone scene di Lincoln con i suoi amanti impersonate da attori: “Volevo che fossero delicate, ma rendessero bene il reciproco coinvolgimento sentimentale”, spiega il regista. Una delle sequenze finali di “Lover of Men” è l’inizio della storia del presidente con David Derickson, la sua guardia del corpo. Peterson l’ha potuta ricostruire con buona accuratezza storica, grazie al tenente colonnello Thomas Chamberlain, che nella “Storia del 150° Reggimento dei Volontari della Pennsylvania”, scrisse: “Il capitano Derickson era cresciuto talmente nella fiducia e stima del presidente che, in assenza della signora Lincoln, egli passava di frequente la notte nell’appartamento presidenziale, dormendo nello stesso letto con lui e, a quanto pare, indossando perfino le camicie da notte di Sua Eccellenza”. La scena, secondo lo storico Chesson, è destinata a diventare “il tema centrale” della conversazione di Washington DC nelle prossime settimane.
“Siamo sempre stati qui. Siamo sempre stati in bella vista. Abbiamo sempre fatto la storia”, si legge in un commento sul sito lgbt The Advocate
Naturalmente sin da quando è in circolazione il trailer, sono partite critiche e anche prese in giro soprattutto sui social media. Scrittori molto influenti come Ben Shapiro e Alex Jones hanno sparato a zero con quella che viene definita una “denigrazione del più grande presidente”. Mentre una parte del mondo accademico obietta che l’argomento non abbia basi molto solide e soprattutto certe. Ma “Lover of Men”, sostenuto da un intenso lavoro di ricerca, apre sicuramente una nuova prospettiva nella conoscenza di Abraham Lincoln. La comunità lgbt da parte sua esulta. “Siamo sempre stati qui. Siamo sempre stati in bella vista. Abbiamo sempre fatto la storia – scrive in un commento il sito The Advocate – e ora, secondo il nuovo documentario ‘Lover of Men’, una delle persone più preminenti della storia americana, era uno di noi: un queer”.