Le mappe di Beppe Sala, il Pd delle grandi città e la Ztl d’Italia

Il sindaco ha postato su Instagram una cartina di Milano con le bandierine rosse su tutti i municipi di periferia in cui la sinistra è andata bene e ha scritto: “E poi noi saremmo quelli della ztl…”. Che poi sia tutto merito del “lavoro” della sua giunta sarà da valutare in futuro

Per una volta legittimamente soddisfatto, Beppe Sala ha trovato l’immagine, e la battuta, giuste per rivendicare il bel risultato alle europee della sua parte e togliersi un sassolone dalla scarpa. Ha messo su Instagram una cartina di Milano con le bandierine rosse su tutti i municipi di periferia in cui la sinistra è andata bene e ha scritto: “E poi noi saremmo quelli della ztl…”.

Tolto qualche dettaglio paradossale, come ad esempio il fatto che nel Municipio del centro storico a trionfare sono stati Azione e Stati Uniti d’Europa (saranno i veri snob?), la lettura è corretta. Che poi sia tutto merito del “lavoro” della sua giunta, e non di un flusso generale da voto di opinione, sarà da valutare in futuro, quando il voto conterà per scegliere il prossimo sindaco. E’ però divertente mettere a confronto l’intuizione instagrammabile di Beppe Sala con un commento di Michele Serra, ieri su Repubblica, intitolato “Stracittà e Strapaese”. Inizia così: “Dimmi quanti abitanti ha la città dove vivi e ti dirò chi vincerà le elezioni, nella tua città”. Nota Serra che le grandi città italiane sono a “netta prevalenza progressista”, mentre “medi e piccoli centri a schiacciante maggioranza di centrodestra”. Sarebbe la verità confermata dal voto di domenica, “una specie di bipolarismo tra ‘luoghi grandi’ e ‘luoghi piccoli’ che taglia a fette trasversali perfino la vecchia divisione geografica Nord-Sud. Bari vota come Milano, le valli prealpine come la provincia laziale. Siamo dentro il secolare dualismo città-campagna”. Indovinate dove sta l’Italia migliore.

Calcola però Serra che le città “grandi” in Italia (con più di 150 mila abitanti) sono 25, e raccolgono 10 milioni di abitanti. Quindi “i quattro quinti degli italiani (l’ottanta per cento!) vivono, lavorano, pensano e votano in centri di media, piccola e piccolissima grandezza”. E votano (almeno in questo giro) a destra. Perché sono poco meno che trogloditi, abitanti abbarbicati a luoghi in cui non hanno sede “giornali, televisioni, partiti politici, centri studi, università”? Insomma l’inferno? Serra non lo afferma, ma un po’ lo pensa. In ogni caso: con buona pace di Beppe Sala, i conti della firma di Rep. dimostrano che se il Pd non è il partito della ztl a Milano, è solo perché il Pd è il partito della ztl in Italia.

Poi ci sono due possibili letture, a scelta: forse, in provincia in realtà stanno bene così (in molte province, almeno). Oppure, prima o poi anche dalle nostre campagne arriveranno coi forconi in città, come in Francia i gilet gialli e i sanculotti nazistoidi della Le Pen. Blindate la ztl.

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  • Maurizio Crippa
  • “Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini”

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