“Pronto a farmi da parte”. Conte avverte ma rilancia: “Ora una costituente M5s”

"Sono pronto a mettermi in discussione". Pronto a farsi da parte, "se sono un ostacolo". Intorno alle 21 di ieri Giuseppe Conte si presenta davanti ai suoi parlamentari, radunati per analizzare le ragioni della disfatta elettorale, in una sorta di seduta di psicanalisi. Lascia intendere che sarebbe anche pronto a dimettersi, ma le sue parole hanno un po' il sapore del bluff. Perché per tutta la giornata l'ex premier ha incassato il sostegno di senatori e deputati grillini. Nessuno nega la batosta, nessuno nasconde "che c'è molto di cui parlare. Ma Conte non è in discussione", è il senso di ogni dichiarazione.
 

Il capo M5s lo sa, da qualche giorno – dopo il 9,9 per cento – passa di riunione in riunione, sonda gli umori. Con i giornalisti, arrivando all'aula dei gruppi parlamentari, dove si tiene l'assemblea pentastellata. Le dimissioni sono sul piatto? "Sì, della cena". Quindi rilancia, per tornare saldamente in sella: "Adesso un’assemblea costituente", con la partecipazione di tutti gli iscritti, in presenza per chi può e da remoto. "Sarà questa la sede per discutere insieme del miglioramento delle regole e per definire le modifiche che riterremo necessarie".
 

I temi sono noti: il terzo mandato, il metodo di selezione delle candidature, una maggiore collegialità nelle decisioni, il rapporto con Grillo, la strategia con le altre opposizioni e in particolare con il Pd che non ha prodotto risultati in questa tornata elettorale, semmai ha penalizzato i grillini. "Ma il M5s deve restare un laboratorio politico. Non potremo mai adattarci a essere un partito tradizionale". Non possiamo "adeguarci", dobbiamo continuare ad "andare controcorrente".

Sull'esito delle elezioni, "una comunità politica seria e matura non si nasconde dietro le più varie giustificazioni”, dice Conte che non nasconde le sue responsabilità. "Non diremo mai che gli elettori hanno sbagliato". Ma rivolgendosi ai suoi parlamentari, aggiunge: "Anche voi parlamentari dovete chiedervi se avete dato il massimo in questa campagna elettorale".

Una seria riflessione ci sarà, tutti la ritengono necessaria, ma la sensazione è che Conte sia convinto di poter gestire questa fase. Il passo indietro, se mai dovesse esserci, non arriverà nell'immediato.
 

Nel frattempo al coro dei critici – da Davide Casaleggio e Alessandro Di Battista fino all'ex ministro Danilo Toninelli – si aggiunge Luigi Di Maio. "Chi ha perso il reddito di cittadinanza ha capito di averlo perso anche perché i 5 stelle hanno fatto cadere il governo Draghi. Conte ha compiuto il capolavoro di far tornare il bipolarismo", attacca dalle colonne della Stampa. Per l'ex ministro degli Esteri il fu avvocato del popolo "ha snaturato il Movimento, lo ha modellato a sua immagine e somiglianza", senza che nessuno all'interno si opponesse. E proprio per questo, "sarebbero patetici a farlo ora, troppo comodo". Ma, è la conclusione a cui giunge l'ex leader che ha guidato il M5s alle politiche del 2018, "dentro al Movimento non cambierà niente".

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