Perché non dovreste stupirvi dell’astensionismo record

Forse è il caso di domandarsi se gli slogan dei leader di partito non tradiscano il fatto che è l’incestuosa politica che allontana gli elettori

Evitino di lamentarsi dell’astensione record, la politica è cosa loro e non fanno nulla per nasconderlo, avendo quella brutta espressione sempre in bocca: “La nostra comunità”.

Matteo Renzi dichiara: “La nostra comunità esiste, c’è, è forte”. Magari non proprio fortissima, visto il mancato quorum, e però un gruppo che si vuole coeso, dunque chiuso.

Claudio Borghi scrive una “lettera alla community” (perché l’inglese? Non era sovranista?), pertanto non a me che non sono amico suo.

Giorgia Meloni da quando è presidente del consiglio si trattiene, in compenso la sorella parla addirittura di “nostra comunità militante”. E ti viene in mente un partito di famigliari e famigli soliti stringersi intorno alla vecchia fiamma.

Elly Schlein qualche settimana fa abbracciò Antonio Scurati “a nome di tutta la nostra comunità democratica”. A me “comunità democratica” sembra una contraddizione in termini: in una comunità l’appartenenza viene prima dell’eguaglianza, e molto prima della verità.

Se la politica è ridotta a comunità faziose e incestuose non bisogna stupirsi che le persone normali si astengano. Anche soltanto per non disturbare.

  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l’ultimo è “La ragazza immortale” (La nave di Teseo).

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