Il gollista Ciotti apre ai lepenisti e salta la diga repubblicana francese

Ieri mattina circolava una voce a Parigi: domenica sera, subito dopo il risultato delle elezioni europee che ha sancito il trionfo del Rassemblement national (Rn), Éric Ciotti, presidente dei Républicains (Lr), il partito gollista, avrebbe incontrato in segreto Alexandre Loubet, direttore della campagna elettorale di Jordan Bardella. Vero o falso, poco importa. Perché ieri al telegiornale di Tf1 delle 13, Ciotti si è detto favorevole a un’alleanza con Rn in vista delle elezioni legislative anticipate dei prossimi 30 giugno e 7 luglio, indette dal presidente francese Emmanuel  Macron con la speranza di provocare un sussulto repubblicano anti sovranista.

“E’ necessario essere a servizio del paese, che è in pericolo. Da un lato c’è un’alleanza contro natura degli Insoumis”, gli esponenti del partito della sinistra radicale di Jean-Luc Mélenchon, che difendono “idee che rasentano l’antisemitismo”, ha dichiarato Ciotti a Tf1. “Dall’altro, il blocco macronista che ha portato il paese alla situazione in cui si trova oggi. E poi c’è un blocco che difende gli interessi della nazione. Lr oggi è troppo debole”, ha aggiunto il presidente dei gollisti, prima dell’annuncio a sorpresa: “Abbiamo bisogno di un’alleanza pur rimanendo noi stessi, un’alleanza con il Rassemblement national”. Si è spezzato il cosiddetto “cordone sanitario”, che ha sempre protetto la Francia dagli estremisti, è crollata la diga repubblicana, è finita la dottrina Chirac della destra francese, ossia “nessuna alleanza con il Front national”. Nel caso in cui si concretizzasse l’accordo, sarebbe una prima assoluta nella storia della Quinta Repubblica. Voglio “preservare i deputati uscenti”, che sono 61, ha assicurato Ciotti, prima di aggiungere: “Voglio che la mia famiglia politica, che è stata ai margini dal 2012 e che ha visto avanzare il declino del paese, possa avere un gruppo numeroso all’Assemblea”. Marine Le Pen, capogruppo dei deputati Rn, ha prontamente reagito all’intervento di Ciotti, salutando il suo “coraggio” e il suo “senso di responsabilità”.  In mattinata, Bardella aveva già teso la mano al partito gollista, annunciando che il suo partito sosterrà dei candidati Lr alle prossime elezioni legislative. “Voglio costruire una maggioranza più ampia possibile. Penso che il Rn possa vincere queste elezioni legislative ed è per questo che mi sto avvicinando ad altre formazioni politiche, proponendo loro di lavorare con me nel quadro di un governo di unità nazionale”, ha dichiarato Bardella su Rtl.

E ancora:  “Tra i candidati che il mio movimento politico sosterrà per queste elezioni legislative non ci saranno solo persone del Rassemblement national, ma anche persone dei Républicains. Lancio un appello ai Républicains affinché la smettano di essere la stampella politica di Emmanuel Macron. Venite a lavorare al nostro fianco, vi tenderò la mano come ho sempre fatto”. L’annuncio di Ciotti, tuttavia, ha provocato un terremoto all’interno di Lr. Diversi tenori del partito gollista, tra cui il presidente del Senato Gérard Larcher, la presidente dell’Île-de-France Valérie Pécresse, il capogruppo dei senatori Bruno Retailleau e il suo omologo all’Assemblea nazionale Olivier Marleix, hanno pubblicato una lettera aperta sul Figaro per denunciare la posizione di Ciotti: “un’impasse” che favorisce Rn e rischia di far precipitare il paese in una situazione di “instabilità politica e finanziaria”. Gli ex gollisti Bruno Le Maire, ministro dell’Economia, e Édouard Philippe, presidente di Horizons, hanno teso la mano ai dissidenti di Lr, per formare una “nuova maggioranza” assieme alla macronia. Ciotti, per ora, non sembra intenzionato a cambiare idea, ma i Républicains, famiglia storica della Quinta Repubblica, rischiano l’implosione se continuerà per la sua strada. E’ ufficiale, invece, il mancato accordo tra Rn e Reconquête, il partito sovranista di Éric Zemmour e Marion Maréchal. Quest’ultima, in un comunicato, ha annunciato ieri pomeriggio un passo indietro di Bardella, che ha avanzato come giustificazione la volontà di non essere associato “né in maniera diretta né in maniera indiretta” con l’ex giornalista del Figaro.

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