Il contraccolpo francese sulle borse europee contagia l’Italia

È stata una sorpresa ieri vedere che la Borsa di Milano sia andata peggio di quella di Parigi dopo che lunedì tutti gli analisti avevano indicato il rischio sovrano francese come la vera causa del malumore post elettorale degli investitori. Piazza Affari, infatti, ha perso quasi il 2 per cento (Parigi meno 1,3 per cento), con una fiammata di spread che non si vedeva da tempo: il differenziale btp-bund ha toccato quota 150 per poi chiudere poco sotto questa soglia. Secondo gli analisti di Unicredit, la reattività del mercato nelle prime due giornate dopo il voto ha fornito a tutti l’idea di ciò che ci si potrebbe aspettare nel periodo precedente alle elezioni francesi, con l’incertezza che potrebbe durare fino al secondo turno di votazioni il 7 luglio. E questo vale soprattutto per paesi con deficit elevati come Italia e Francia, mentre, secondo gli esperti, la performance del bund tedesco si concentrerà più sui driver di mercato “regolari” come le indicazioni della Bce, i dati sull’inflazione e sul sentiment delle imprese.

Insomma, gli investitori che lunedì e martedì hanno venduto i titoli del tesoro francesi, facendo salire, caso raro, a quasi 60 punti base lo spread oat-bund, potrebbero essere gli stessi che hanno ricominciato a vendere i btp italiani. Insomma, c’è un contraccolpo francese sull’Italia in termini di fiducia dei mercati? Presto per dirlo, intanto Goldman Sachs vede due modi in cui un governo di estrema destra in Francia potrebbe interferire con la politica economica europea. In primo luogo, alcune delle proposte politiche riguardanti il mercato unico e le restrizioni all’immigrazione sarebbero probabilmente considerati in contrasto con il diritto europeo e potrebbe creare attriti nel dialogo con Bruxelles. In secondo luogo, grandi passi istituzionali a livello europeo, come l'emissione di debito comune e l’adesione dell’Ucraina all’Unione Europea, molto probabilmente richiedono l’approvazione parlamentare e potrebbero essere ostacolati da un blocco dell’estrema destra in maggioranza. 

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