Politica. Un’introduzione

La recensione del libro di Damiano Palano edito da Morcelliana Scholé, 496 pp., 37 euro

Quello che il lettore potrebbe decidere di avere tra le mani non è un testo semplice, come del resto non lo è il tema affrontato. Che cos’è la politica?, si chiede infatti il filosofo politico Damiano Palano in questo volume di quasi 500 pagine. L’analisi dello studioso dell’Università Cattolica prosegue l’argomento iniziato in un precedente volume, Animale politico, per dare contezza di quello che Gianfranco Miglio – forse la figura chiave dell’intero libro: e dopo tutto Palano è uno degli studiosi che maggiormente ne hanno indagato il pensiero, curandone anche diversi scritti – chiamava il “cristallo” della politica. Per lo scienziato politico comasco, la politica è composta da diverse facce, sebbene rimanga un fenomeno dotato di una certa propria coerenza. E Palano cerca appunto di mostrarne la coerenza, andandone a esaminare però le sue differenti facce.


In particolare, il direttore del dipartimento di Scienze politiche della Cattolica prende in considerazione cinque concetti chiave della politica: comunità, potere, organizzazione, nemico e tempo. Per Palano, la politica risulta in primo luogo ambivalente. Se da un lato, essa costituisce un modo per risolvere i problemi collettivi, d’altro canto può anche caratterizzarsi come un’insidia per la sicurezza dei gruppi umani. Posto ciò, lo studioso si prefigge di ridimensionare l’idea invalsa che per politica si debba intendere la ricerca del potere oppure che debba esclusivamente essere ricondotta alla realtà dello stato. Se questi sono elementi che in qualche modo ne identificano un lato cruciale, basti pensare a quanto scrisse uno spirito liberale come Mao Zedong – “il potere sta in fondo alla canna del fucile” –, la politica ha in sé anche una faccia relazionale e comunitaria. Per dirla con Hannah Arendt, infatti, la politica “nasce nell’infra, e si afferma come relazione”. Dunque, ha a che fare, prima di tutto, con quel mondo in comune che si crea. Il fine della comunità politica, pertanto, è la preservazione della sua stessa unità (Julien Freund). Questo dato chiama in causa il fattore “nemico”, costitutivo del prisma della politica. Una comunità sarà sempre esposta a minacce esterne, ed è proprio tale condizione, pensava Carl Schmitt, “che induce i gruppi umani ad assumere la forma di unità politiche”. Il nemico, insomma, mette a repentaglio quella sopravvivenza comunitaria che si proietta in un lontano orizzonte temporale, che Palano mostra nella sua definizione di “politica”.

Damiano Palano

Politica. Un’introduzione


Morcelliana Scholé, 496 pp., 37 euro

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