La scena musicale israeliana che risponde per le note ad Hamas

Contro le ondate di antisemitismo i video musicali pubblicati sui luoghi della strage avvenuta il 7 ottobre. Così molti artisti si stringono al popolo israeliano e condannano le atrocità subite

L’attentato del 7 ottobre perpetrato da Hamas nei confronti di Israele ha aperto delle ferite che hanno lacerato un paese intero, il quale ancora fa i conti con la violenza subita. Il gesto, condannato a livello internazionale, ha generato ferme condanne da parte della scena artistica e musicale israeliana. A esporsi sono stati in tanti, sia pubblicamente, sui propri canali social, sia con riferimenti espliciti rintracciabili nei testi delle loro canzoni.

Il rapper ortodosso Matisyahu, che scrive testi ispirati ai Salmi e alla Torà, ha pubblicato lo scorso aprile il singolo “Ascent”, il cui video è stato girato nelle località devastate da Hamas durante il Supernova festival. In un’intervista per la rivista musicale Billboard, l’artista ha denunciato gli episodi di antisemitismo subiti negli Stati Uniti, i quali hanno addirittura comportato la cancellazione di alcuni concerti per problemi di sicurezza. Matisyahu è una delle voci più attive sul tema, pubblica spesso sui propri profili social dei post o dei video nei quali mostra un forte attaccamento al popolo israeliano.

Matisyahu ha anche sostenuto pubblicamente il documentario Screams Against Silence, realizzato dall’ex membro del consiglio di amministrazione di Meta Sheryl Sandberg, incentrato sulle atroci violenze sessuali perpetrate da Hamas quel tragico giorno. “Sono andato sui luoghi colpiti il 7 ottobre, ed è assolutamente importante testimoniare quanto accaduto affinché non avvenga di nuovo”, recita un video pubblicato sulla sua pagina Instagram.

E si potrebbero chiamare in causa tanti altri gruppi o artisti singoli, come Ya’akov Shimoni, in arte Subliminal, rapper originario di Tel Aviv figlio di rifugiati (suo padre è ebreo tunisino e sua madre ebrea iraniana), considerato in patria il massimo esponente di una corrente denominata “Hip Hop sionista”, caratterizzato da brani con richiami patriottici, nonché di elogio verso l’operato dell’Idf. O come Eyal Golan, una vera star in Israele, con oltre un milione di follower su Instagram che quotidianamente manifestano la propria ammirazione nei confronti dell’artista. Questo un suo contenuto pubblicato lo scorso 12 maggio:

Il testo recita: “Quest’anno si sono aggiunte centinaia di famiglie Il grande dolore è per tutti noi Quest’anno il cuore sanguina più che mai e pagheremo affinchè tutti i soldati tornino a casa in pace”.

Sulla sua omonima Eden Golan si è anche recentemente espresso il primo ministro Benjamin Netanyahu, che in occasione dell’Eurovision Song Contest l’ha difesa dalle ondate di odio in cui si è trovata coinvolta. Netanyahu ha detto: “Stai gareggiando non solo all’Eurovision in un modo che ci rende orgogliosi, ma stai gareggiando con successo di fronte a una brutta ondata di antisemitismo e stai resistendo a tutto questo rappresentando lo stato di Israele con grande onore. Quando ti fischiano, noi gridiamo evviva per te”.

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