In Italia si può risultare positivi all’alcol test senza bisogno di fare l’alcol test

La nazione in cui il sospetto diventa condanna. La decisione della Cassazione sull’ubriachezza del conducente ribalta qualsiasi certezza sullo stato di diritto. Da oggi, potranno venire meno i dati oggettivi nell’opera di valutazione

Pensate, c’è una nazione esotica in cui si può risultare positivi all’alcol test senza bisogno di effettuare l’alcol test. In questa nazione, certo lontanissima dal nostro Stato di diritto, la corte di Cassazione ha stabilito che per determinare l’ubriachezza di un conducente non è necessario rifarsi a dati oggettivi che la comprovino: basta la testimonianza, basta la sensazione; basta insomma che uno barcolli o puzzi di vino perché sia trovato colpevole.

È una interessante interpretazione della legge, che da un lato dà agli indizi valore di prova, così che basti essersi macchiati di sangue per trovarsi colpevoli di omicidio; dall’altro dà al sentito dire un potere decisivo, che non aveva forse dai tempi delle semi-prove e dei quarti di prova della giurisdizione settecentesca. A chi guida, in questa curiosa nazione, potrà dunque capitare di dover scendere dall’automobile per dimostrare di saper saltellare sulla sola gamba sinistra, oppure di veder sciorinare da qualche passeggero traditore il novero dei cocktail tracannati.

Per fortuna tutto ciò accade altrove: nella nazione in cui si citofona a casa di un immigrato chiedendo “Scusi, lei spaccia?”, nella nazione in cui si imperniano requisitorie sulla “furbizia orientale” degli interessati, nella nazione in cui un’indagine prende molte più pagine di giornale rispetto alla successiva assoluzione. Nella nazione in cui il sospetto è condanna e in cui osano dichiararsi innocenti milioni di colpevoli non ancora scoperti.

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