La puritanissima Corea del sud in guerra col porno prima che con Kim

Suwon, dalla nostra inviata . A voler essere una grande potenza mondiale, capace di contendere un posto al G7 o magari tra gli alleati della Nato, succede poi di essere sotto i riflettori della stampa internazionale. E' ciò che sta succedendo alla Corea del sud, che vorrebbe di sé esportare soltanto l'immagine limpida ed esteticamente perfetta del K-pop, ma che ha anche molto altro da raccontare. A Suwon, capoluogo della provincia di Gyeonggi, qualche decina di chilometri a sud della capitale sudcoreana di Seul, nessuno ha voglia di parlare di una storia che ieri è finita pure tra le prime notizie della Bbc. Quando il Foglio prova a sollecitare degli interlocutori, qualcuno sembra annoiato, altri sembrano più inclini alla risposta populista: fosse per noi sarebbe stato accettabile, ma sai com'è la politica, non possiamo farci niente .

 

Si parla della notizia di cui si discute di più da qualche giorno in questa città da un milione e quattrocentomila persone: l'evento tra pornografia e intrattenimento che doveva tenersi lo scorso fine settimana in uno spazio privato, il Suwon Messe del quartiere Gwonseon, grande 16 mila metri quadri, che poi è diventato un caso di stato. La società organizzatrice, Play Joker, mercoledì scorso ha dovuto annullare tutto, nonostante fossero stati già stati venduti quasi diecimila biglietti (ognuno costato l'equivalente di una sessantina di euro). Il motivo? Non possiamo garantire la sicurezza delle nostre ragazze, e cioè le più famose attrici per film per adulti giapponesi – non sudcoreane – presenti. Una scusa naturalmente, ma non troppo. La Play Joker ha sollevato il problema della polarizzazione politica in Corea del sud che sempre più spesso diventa violenza, e ha citato il caso del capo dell'opposizione Lee Jae-myung, che il 2 gennaio scorso è stato accoltellato durante un evento pubblico. L'evento soft porno che organizza è piuttosto famoso in Asia orientale: ci sono star del porno giapponese che incontrano i loro ammiratori, firmano autografi e scattano selfie, e durante la serata si alternano sfilate di biancheria intima con gare di sculacciate e performance di bondage ; e poi parte una discoteca un po' osé, ma niente di più. 

 

La scorsa settimana però, in questa ricca e produttiva città considerata un po' la provincia di Seul, un gruppo di donne ha protestato nella piazza principale, invocando l'articolo 10 del School Environment Protection Act, una legge che garantisce la sicurezza scolastica: il Suwon Messe infatti è a meno di 50 metri da una scuola elementare. Ad organizzare la protesta sotto una sconosciuta sigla femminile c'erano i potenti gruppi religiosi sudcoreani, soprattutto cristiani e settari, che hanno ancora enorme influenza sulla politica. Il governo locale di Suwon prima ha comunicato che avrebbe garantito la legalità dell'evento mandando agenti di polizia a controllare le carte d'identità dei partecipanti. Poi le pressioni sono aumentate, e il caso è finito nel consiglio comunale. Il sindaco Lee Jae-joon ha chiesto agli organizzatori di cancellare l'evento, e quando non ha ricevuto risposta ha deciso di procedere con l'annullamento del contratto d'affitto della location.

 

Una solerzia inaspettata, per alcuni abitanti, che da due mesi chiedono allo stesso sindaco di riorganizzare la viabilità in una zona di Suwon dove Samsung, fiore all'occhiello della città, ha aperto un gigantesco e futuristico centro commerciale che attira in media diecimila persone al giorno – centro commerciale che a quanto pare fa benissimo ai ragazzini, dato che dentro c'è pure una finta biblioteca dall'irrazionale design che serve soprattutto ai selfie per Instagram. Play Joker ha annunciato ieri sui suoi canali social che tornerà in Corea del sud con un evento più grande, a giugno: ma è difficile capire dove, visto che anche il governo municipale di Seul ha vietato lo svolgimento dell'evento su un barcone sul fiume Han, e pure la città di Paju non ne ha voluto sapere – nonostante sia la città sudcoreana più vicina al confine con la Corea del nord, evidentemente crede che il soft porno sia pericoloso quanto i missili di Kim. La puritanissima Corea del sud, dove perfino il Pride ogni anno è contestato dai fanatici religiosi, rischiando di scontrarsi con sé stessa prima che con il Nord. 

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