Il presidente del Pd sulle rinunce al Parlamento europeo per le regionali: “Scelte personali, ma l’incompatibilità scatta solo in caso di vittoria”. Bonaccini apprezza la rinuncia di Orlando al seggio alla Camera per la Liguria e rassicura sul ruolo di Ricci, Decaro e Tridico, già eletti a Strasburgo
Nel dibattito sulle candidature del centrosinistra alle prossime elezioni regionali, Stefano Bonaccini, presidente del Pd, ha voluto chiarire la posizione del partito in merito a quegli esponenti eletti al Parlamento europeo appena un anno fa che hanno deciso di candidarsi per un nuovo incarico territoriale. Intervenuto a Omnibus su La7, Bonaccini ha espresso apprezzamento per la scelta compiuta da Andrea Orlando, che ha rinunciato al seggio da deputato alla Camera per guidare l’opposizione Pd in Liguria, regione dove si era candidato senza però risultare vincitore. “Sono scelte che spettano alle persone coinvolte”, ha affermato. “Non c’è però alcun impedimento nel restare in Europa nel caso andassero male le elezioni. L’incompatibilità sussiste solo se vincessero”.
Il riferimento del presidente Pd si estende anche ad altri candidati di grande rilievo per il partito come Ricci, Decaro e Tridico, tutti eletti al Parlamento europeo solo un anno fa. Il tema sollevato riguarda la legittimità e la congruità di candidarsi a un altro ruolo politico così rapidamente, e la possibile perdita di autorevolezza del voto europeo. Bonaccini ha difeso le figure in questione, sottolineandone la competenza e il radicamento territoriale: “Per Ricci e Decaro testimonio direttamente la loro grande competenza, mentre Tridico, che pure è su posizioni diverse dalle mie, lo vedo impegnato e molto bravo”.
Sul rischio che una tale strategia possa indebolire il valore del voto europeo, Bonaccini ha risposto in modo netto: “Io mi occupo del Pd. Credo sia importante che mentre hai il mandato, in Ue ci stai mentre altri non si vedono mai… Ma parliamo di due personalità (Ricci e Decaro, ndr) che vogliono nei territori. I voti per l’Europa, ad esempio, Ricci li ha presi nelle Marche. E in Puglia andate a chiedere ai cittadini e vedete che risposta vi daranno…”, ha concluso ricordando che Decaro “ha caratura da leader nazionale, ha preso mezzo milione di preferenze alle Europee e ama la sua terra in maniera viscerale”.
Il dibattito, dunque, si sposta sulle scelte personali degli esponenti politici, ma anche su un tema più ampio: come bilanciare l’impegno nelle istituzioni europee e nelle realtà territoriali. Il Pd si mostra pronto a lasciare piena libertà ai suoi uomini di valore, senza imporre rinunce preventive, ma mantenendo chiari i confini dell’incompatibilità formalmente prevista dalla legge. Una posizione pragmatica che cerca di conciliare ambizioni e mandato istituzionale, nel quadro di un centrosinistra in cerca di rilancio anche nelle competizioni regionali.