Galileo Galilei

La recensione del libro di Giulio Peruzzi edito da Franco Angeli, 188 pp., 24 euro

Docente di Storia della fisica, dell’astronomia, della scienza e della tecnica all’Università di Padova, Giulio Peruzzi ha scritto questo libro agile e interessante che propone la ricostruzione della vita e dell’opera di Galileo Galilei (Pisa, 1564-Arcetri, presso Firenze, 1642), uno degli uomini che più hanno contribuito a dar vita alla cosiddetta rivoluzione scientifica, da cui ha tratto origine il sapere moderno che sta a fondamento della conoscenza come ancora oggi noi la concepiamo. Scrive a questo riguardo l’Autore: “La grandezza di Galileo sta nella sua consapevole presa di distanze dalla tradizione dominante, e in un approccio ai problemi della conoscenza della natura così innovativo che quando si leggono i suoi scritti sembra di leggere gli scritti di uno scienziato di oggi. Anche per questo l’opera di Galileo è diventata l’emblema di una svolta”. Peruzzi fa scorrere davanti agli occhi del lettore la biografia galileiana caratterizzata sia da alcuni eventi particolarmente significativi – si pensi al famoso scontro con la Chiesa –, sia dalle grandi scoperte scientifiche figlie di quelle “sensate esperienze” e “certe dimostrazioni” che il genio di Pisa considerò le travi portanti del suo nuovo metodo, basato sulla convinzione che la matematica sia la lingua in cui è scritto l’intero universo. Siamo di fronte a un modo del tutto nuovo di accostarsi alla natura, come si evince dalle seguenti parole che Galileo scrisse nel 1624 a un autorevole esponente della Chiesa: “Or qui, prima ch’io passi più oltre, vi dico che, nelle cose naturali, l’autorità d’uomini non val nulla; ma voi, come legista, mostrate farne gran capitale: ma la natura, Signor mio, si burla delle costituzioni e decreti de i principi, degl’imperatori e de i monarchi, a richiesta de i quali ella non muterebbe un iota delle leggi e statuti suoi”. A Peruzzi va pure il merito di aver sottolineato l’importanza e l’originalità del contributo recato da Galileo al progresso scientifico attraverso l’uso del volgare. Prima di lui il latino era la lingua predominate nei testi di filosofia naturale, mentre i suoi scritti inaugurano una stagione nuova anche dal punto di vista linguistico, tanto che dal 1605 egli fu membro dell’Accademia della Crusca. L’attenzione per l’uso della lingua si collega strettamente con l’impegno profuso da Galileo nell’opera di divulgazione: anche in questo significativo settore il suo contributo si rivelò di primissimo piano e ancora oggi se ne avvertono i benefici influssi.

Giulio Peruzzi

Galileo Galilei


Franco Angeli, 188 pp., 24 euro

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