Tommaso Tuppini in “Senza gli altri. Esperienza assoluta e solitudine” ci fa riflettere sull’annientamento di qualunque fremito individualistico. C’è conformismo ovunque. Un motivo in più per noi misantropi per evitare il prossimo
Lettura da misantropi “Senza gli altri. Esperienza assoluta e solitudine” di Tommaso Tuppini (Solferino). Gli altri, secondo il filosofo veronese, “sono un fenomeno abbastanza recente. Avere la mania per gli altri sembra una cosa spontanea e naturale, e invece non lo è”. E ora che la mania dilaga “la passione indicibile è la solitudine”. Mi sono piaciute soprattutto le riflessioni sull’individualismo. “Dal mattino alla sera siamo impastoiati nelle maglie di un collettivismo burocratico d’acciaio… Denunciare l’egemonia dell’individuo dentro un mondo che fa di tutto per annientare qualunque fremito individualistico è una delle trovate più burlone degli intellettuali progressivi. Trionfo dell’individuo? Quando? Dove? Ammesso che ci sia mai stato, è da un bel po’ che l’individuo è scomparso”. Questa è anche una mia preoccupazione: dove sono finite le personalità? Non dico nella politica, in cui il gregarismo è costitutivo, ma in campi a me cari quali l’arte, la letteratura, il cibo, il vino… Ovunque vedo conformismo, gruppi, fazioni, quasi mai persone. Troppi articoli, libri, ormai perfino messaggi mail, mi sembrano scritti con ChatGPT. Adesso noi misantropi abbiamo un motivo ulteriore per evitare gli altri: parlarci è inutile, continuano a ingombrare ma intellettualmente hanno smesso di esistere.