L’AfD ha raddoppiato i suoi voti rispetto al 2021 e ora è al 20,8 per cento. L’esclusione dell’estrema sinistra permette a Merz di non essere obbligato ad avere il supporto dei Verdi e spostare ancor più a sinistra il governo
La Cdu/Csu ha vinto le elezioni tedesche con il 28,6 per cento e, molto probabilmente, potrà fare una Grosse Koalition a due con la Spd (16,4 per cento), senza dover ricorrere anche al sostegno dei Verdi (11.6 per cento). La fortuna del potenziale prossimo cancelliere Friedrich Merz sta tutta in circa 13mila voti che sono mancati alla sinistra populista Bsw di Sahra Wagenknecht. Solo verso le 2 di notte di lunedì è arrivato il verdetto più importante: Bsw ha conquistato il 4,972%, rimanendo di un soffio sotto alla soglia di sbarramento del 5% e non influenzando così la distribuzione dei seggi del prossimo Bundestag. Va tuttavia notato che i dati non sono ancora formalmente definitivi e che, con un margine così scarso, è probabile che il partito di Wagenknecht tenterà ricorso e chiederà riconteggi.
Merz, però, può intanto allontanare lo spauracchio di una coalizione “Kenya” con socialdemocratici e Verdi, un’opzione sbilanciata verso sinistra che sarebbe stata un’occasione d’oro per l’opposizione dell’ultra-destra AfD, ormai ampiamente secondo partito tedesco con il 20,8 per cento.
Il 28,6 per cento raccolto da cristiano-democratici e cristiano-sociali non è un risultato eccezionale: è molto lontano dal 30 per cento a lungo sperato e sono solo 4,4 punti più del 2021. Ma la vittoria tiene comunque a distanza AfD, che ha letteralmente raddoppiato il suo 10,4 per cento del 2021, ma non ha a sua volta raggiunto il sogno del 23-24 per cento. L’ultra-destra continua a ricevere una spinta impressionante dal voto dei Länder dell’Est, ma raccoglie sempre più supporto anche a Ovest. L’endorsement di Elon Musk non sembra invece aver influito sugli elettori tedeschi e si conferma essere piuttosto un piano di rafforzamento dei contatti internazionali di AfD.
L’intromissione di JD Vance, che chiedeva di far crollare la Brandmauer (il muro antincendio tedesco verso l’estrema destra), resterà per ora completamente inascoltata a Berlino. Anzi, parlando poco dopo la chiusura delle urne, Merz ha subito regolato un po’ di conti con Washington, spiegando: “La mia priorità assoluta è l’Europa, per renderla passo dopo passo veramente indipendente dagli Stati Uniti. Non avrei mai pensato di dover dire una cosa così in tv, ma dalle ultime dichiarazioni di Trump è chiaro che agli USA, a questo governo Stati Uniti, non importa del destino dell’Europa”. Poi Merz ha aggiunto: “non so se al summit Nato di giugno parleremo ancora della Nato nell’attuale forma”, e ha quindi piazzato la stoccata finale: “guardate quali interventi nella campagna elettorale tedesca sono arrivati dal signor Elon Musk, è una cosa inedita. Gli interventi da Washington non sono stati meno drammatici, drastici e sfacciati di quelli che abbiamo visto da Mosca. Siamo massicciamente sotto pressione da due parti”.
Anche se farà probabilmente parte del prossimo governo, con il 16,4 per cento la Spd raccoglie un risultato disastroso: -9,3 punti rispetto al 2021. Tra i socialdemocratici si mormora: non si doveva permettere a Olaf Scholz di imporsi di nuovo come candidato e bisognava scommettere sul ministro della Difesa Boris Pistorius.
Con l’11,6 per cento, i Verdi perdono invece solo 3,1 punti rispetto al 2021: un arretramento contenuto, che dimostra come il partito continui a contare su uno zoccolo duro di elettori, spesso nelle aree cittadine-metropolitane e nelle fasce d’istruzione medio-alta. Se ci sarà una Große Koalition, Habeck e i suoi si troveranno all’opposizione con AfD e con la sinistra radicale Linke. Quest’ultima ha compiuto un vero miracolo elettorale, raggiungendo l’8,8 per cento con le campagne social della sua candidata di punta, Heidi Reichinnek. La sinistra radicale ha anche approfittato meglio di altri della mobilitazione contro AfD. Se sono stati Verdi ed SPD a spingere con fini elettorali le manifestazioni contro l’ultra-destra, è stata la Linke a capitalizzare la piazza. Non è un caso se, rispetto al 2021, i Verdi abbiano perso verso la sinistra radicale circa 600mila voti e la SPD 540mila (secondo i primi dati Infratest Dimap di domenica).
Nonostante differenze estreme, tra AfD e Linke ci sono tuttavia delle convergenze, ad esempio nell’ostilità alla NATO. La Linke non è direttamente filo-russa come AfD, ma sicuramente sarà pronta a fare ostruzionismo in parlamento sui temi difesa e riarmo.
I liberali FDP si sono invece fermati al 4,3 per cento, perdendo 7,1 punti percentuali rispetto al 2021. Il partito ha chiaramente pagato la presenza nell’esecutivo Semaforo, nonostante il tentativo di rebranding tramite la crisi di governo dello scorso novembre. Già ieri sera il leader Christian Lindner ha annunciato il suo addio alla politica. È significativo come i liberali abbiano perso voti rispetto al 2021 soprattutto verso destra: 1,3 milioni di voti verso la Cdu/Csu e 800mila voti verso AfD. L’ultra-destra AfD ha anche sottratto 900mila voti alla Cdu/Csu e ha collezionato oltre 1,8 milioni di voti da chi si era astenuto nel 2021. La SPD ha perso 1,8 milioni verso la Cdu/Csu e 680mila verso AfD.
Sempre secondo i primi dati di Infratest Dimap, Afd si afferma come il partito di quella che fu la classe operaia. L’ultra-destra raccoglie infatti il 37 per cento tra i tedeschi in una “situazione economica difficile”, così come il 38 per cento tra operai o lavoratori manuali e il 34 per cento tra i disoccupati. Tra operai e lavoratori manuali, il secondo partito è la Cdu, con il 22 per cento, mentre le forze di sinistra SPD e Linke raccolgono rispettivamente solo il 12 per cento e l’8 per cento. La Linke deve invece molto del suo successo ai giovani. La sinistra radicale ha raccolto il 27 per cento delle preferenze di chi votava per la prima volta, seguita da AfD al 19.
La Linke è prima anche nel voto tra i 18 e i 24 anni, in cui ha raccolto il 25 per cento, seguita di nuovo da AfD al 20. Significativo è come il supporto tra i giovani per la Linke sia soprattutto femminile: il 34 per cento delle tedesche tra i 18 e i 24 anni hanno votato per la sinistra radicale. Cdu/Csu e Spd devono invece molto del loro risultato agli over 60, di cui il 38 per cento ha votato i cristiano-democratici e il 22 i socialdemocratici. Gli anziani spingono quindi in avanti i partiti tradizionali, mentre i giovani hanno scelto spesso posizioni più estreme, in una crescente polarizzazione che potrà segnare il futuro della Germania. Anche per questo, Berlino ha bisogno al più presto di un governo.