Germania al voto: affluenza record e incertezza sulle coalizioni

I seggi si chiuderanno alle 18. Dato sull’affluenza mai così alto. L’appello del presidente Steinmeier: “Il vostro voto potrebbe essere decisivo”. Le soglie dei partiti e le possibili soluzioni per formare il prossimo governo

In Germania è arrivato il momento della verità. I seggi sono stati aperti alle 8 di questa mattina e chiuderanno alle 18. I tedeschi con diritto al voto sono 59,2 milioni, di cui 2,3 milioni voteranno per la prima volta. Sulle schede ci sono 4506 candidati di 29 partiti. I primi dati sull’affluenza dai vari Länder mostrano una partecipazione al voto in crescita, soprattutto a Est. Alle 12 in Sassonia ha già votato il 27,1% (25,9% nel 2021), in Bassa Sassonia il 42,9% (36,6% nel 2021), in Turingia addirittura già il 44,5% (24,6% nel 2021), a Berlino il 33% (25,4% nel 2021), a Brema il 31,4% (27,2% nel 2021), in Sassonia-Anhalt il 37,1% (26,5% nel 2021). Tendenze diverse nello Schleswig-Holstein, dove alle 11 ha votato il 21,3% (23,8% nel 2021) e Amburgo, dove alle 11 aveva votato il 45% (49,8% nel 2021). In generale alle 14 si registra un’affluenza record del 52 per cento del voto ai seggi (senza voto postale). Era stata del 36,5 per cento nel 2021 e di circa il 41 per cento nel 2017 e nel 2013.

(foto di Lorenzo Monfregola)

Polemiche intanto per il voto via posta dei tedeschi all’estero: molti dichiarano di aver ricevuto le schede troppo tardi, lo stesso ambasciatore tedesco a Londra ha protestato. Tra i primi a votare ai seggi questa mattina, il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier, che si è presentato alle 9 presso la scuola Erich-Kästner di Berlino Zehlendorf. Steinmeier ha fatto un appello a tutti i cittadini: “Usate il vostro diritto di voto, andate a votare, contribuite a decidere il futuro del nostro paese e votate con la consapevolezza che il vostro voto potrebbe essere decisivo”. Hanno già votato anche il cancelliere uscente Olaf Scholz della SPD e il leader della CDU Friedrich Merz, da molti considerato il prossimo cancelliere. Scholz ha messo la sua scheda nell’urna a Potsdam, mostrando il pollice in su ai giornalisti. Merz ha votato nell’Hochsauerlandkreis, in Nordreno-Vestfalia, commentando: “Tutto andrà bene”. Ancora ieri, in chiusura della sua campagna elettorale, Merz ha invece sentenziato: “La sinistra è finita. Non c’è più una maggioranza di sinistra o una politica di sinistra in Germania”. In realtà lo scenario delle prossime coalizioni di governo rimane più complesso. Gli occhi restano puntati su quanto i sondaggi siano stati capaci di interpretare le tendenze di un voto così delicato. Per la favorita CDU, una chiara vittoria sarà solo il superamento della soglia del 30%. Già dal 28% in giù potrebbe esserci del malcontento tra i cristiano- democratici, soprattutto se l’ultra-destra AfD sarà invece capace di superare agevolmente il 20 per cento.

(foto di Lorenzo Monfregola)

Andando alle urne a Gablenz, in Sassonia, il co-leader di AfD Tino Chrupalla si è detto oggi ottimista, prevedendo “un risultato molto forte, con oltre il 20 per cento”. La SPD di Scholz lotta per non cadere sotto al 16%, ma sogna uno scatto finale. Proprio ieri Scholz ha preannunciato: è diventato “difficile formare governi in Germania”. I Verdi si aggirano intorno al 13% e sperano di non avere brutte sorprese, dopo essere stati scelti sia a sinistra sia a destra come un bersaglio prediletto nelle tensioni della crisi della politica tedesca. Fondamentali saranno i risultati dei partiti più piccoli che si aggirano intorno alla soglia di sbarramento del 5 per cento. La Linke sembra ora sicura di entrare al Bundestag, mentre la sinistra populista BSW di Sahra Wagenknecht e i liberali FDP di Christian Lindner sanno che ogni singolo voto potrà essere decisivo per il loro destino. Un ingresso della FDP nel parlamento permetterebbe alla CDU-CSU di creare una coalizione “Germania” con SPD e liberali, che porterebbe il baricentro dell’esecutivo più verso il centro-destra. Per i cristiano-democratici l’opzione più semplice resta una nuova Grosse Koalition con la SPD, ma, nel caso i numeri non bastassero, si affaccia anche l’opzione di una coalizione “Kenya” con SPD e Verdi. Un accordo a tre, quest’ultimo, che ingabbierebbe la CDU-CSU in un governo più di centro- sinistra, favorendo certamente l’opposizione da parte di AfD, soprattutto sul tema immigrazione. Proprio per l’importanza dei partiti più piccoli, una certezza sull’esito delle elezioni potrebbe arrivare nella notte solo con dati più precisi. Nel frattempo, si diffonde tra i partiti tradizionali la preoccupazione che AfD e Linke possano raggiungere insieme più di ⅓ dei seggi. Le due forze politiche sono estremamente distanti fra loro, ma condividono politiche anti-Nato e potrebbero entrambe fare ostruzionismo sul cruciale dossier difesa. Questo scenario si intensificherebbe ancora di più con l’ingresso al Bundestag del BSW, le cui posizioni geopolitiche rispecchiano molto spesso quelle del Cremlino. Questa è solo la quarta volta che la Germania va a elezioni anticipate – era accaduto solo nel 1972, nel 1983 e nel 2005 – e la politica tedesca sta reagendo con nervosismo alle accelerazioni degli ultimi mesi. Raramente un’elezione tedesca è stata considerata così decisiva per gli assetti geopolitici globali. Tutta Europa e buona parte del resto del mondo guarderanno dalle 18 i primi exit-poll e le successive proiezioni. Questa sera Berlino sarà di nuovo uno dei centri della politica internazionale.

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